terzo_progetto
Pagina di ALESSANDRA DI MAGGIO
Foto personale
Questa volta il progetto in esame è ben più articolato. Esso ha come tema l'ideazione di un possibile scenario del Paradiso Terrestre e della casa di Adamo.
Ammetto sin dal principio della ricerca progettuale di temere che il mio approccio all'indagine compositiva possa risultare ridondante. Ad ogni modo non posso evitare il turbine di indizi, le immagini della memoria che mi tornano alla mente.
Per rendervi partecipi di questa tempesta di suggestioni vi invito a seguire una, spero chiara, sintesi di quanto ho elaborato.
L'immaginario
Le parole Paradiso Terrestre mi fanno immediatamente pensare ad un luogo ameno in cui l'intrecciarsi, il moltiplicarsi di forme e colori crea una complessità che è ricchezza in continua rigenerazione, bellezza.
Un passo 'oltre' l'immaginario
Cerco di attribuire degli aggettivi che mi serviranno da riferimento per il progetto. Come vorrei che fosse l'Eden se avessi la possibilità di crearlo io?
Scelgo i primi cinque aggettivi che mi vengono in mente:
fiabesco
rigoglioso
cangiante
intrigante
psichedelico
In un secondo momento mi preoccuperò di definire delle operazioni in grado di incrementare la complessità e rispondere ai requisiti rappresentati appunto dagli aggettivi sopra elencati, per personalizzare il mio Paradiso con il mio punto di vista, senza per altro trascurare i tre aggettivi di definizione del mio carattere di progetto, che, ricordo, sono:
turbinoso
inquieto
disturbato
Altri spunti
Hans Lufft. Impressioni, ispirazioni dall'iconografia.
Ricerco allora tra i riferimenti a disposizione sul sito quello che maggiormente cattura il mio interesse. L'attenzione ricade sull'immagine del giardino dell'Eden di Hans Lufft (Wittemberg, 1536). Seleziono istintivamente quest'incisione perché mi colpisce la definizione precisa della collocazione dei soggetti nello spazio. Ogni elemento vegetale, animale, etereo ha il suo posto, e la composizione intera conserva una piacevole armoniosità , quella tipica di una composizione fiorita, di un'elegante coreografia. E Dio dall'alto, da fuori, muove tutto. E benedice la sua creazione. Per questo il mondo delle origini è così meraviglioso. Avvolto come una sfera immobile, un prezioso capolavoro, dalle moltitudini di uccelli che viaggiano nell'aria, dalle nuvole, insieme al Sole, alla Luna e alle stelle. Infine dalle acque poste sopra il firmamento, come nella descrizione della Genesi (1,6-8).
L’ Eden nella Genesi e il mito di Atlantide
Entrambi gli episodi, a mio parere, hanno sicuramente vinto l'ambito premio di racconti 'leggendari' sopravvissuti sino ai nostri giorni, sebbene lontani per molteplici aspetti che, per ragioni ovvie, non starò qui a elencare. Non voglio certo incorrere in una forzatura, in una mistificazione, in una deformazione dei fatti pur di ricercare a tutti i costi delle analogie tra i due racconti. Mi limito a dirvi che la connessione immaginaria che questa volta viene alla mia mente mi suggerisce il rimando al mito per quello che è il tema del Paradiso Perduto o forse farei meglio a dire scomparso, non proprio perduto per sempre.
alcune informazioni nel dettaglio
"…la descrizione di Atlantide. Quest'isola con il sorteggio toccò a Poseidone, il dio del mare. Era un'isola molto ricca: basti pensare che dal mare fino al centro dell'isola era tutta una pianura fertilissima .Vi era poi nel mezzo un monte non altissimo, sulle cui vette abitava un uomo, di nome Euenore, con la moglie Leucippe, dalla quale aveva avuto una figlia, Clito, che però rimase orfana proprio quando era in età da marito. Poseidone, preso da compassione, giacque con lei. Quindi scavò tutt'intorno all'altura sulla quale dimorava Clito formando come dei cerchi concentrici, alternativamente di terra e di mare, ora più larghi, ora più stretti. Così il monte risultava inaccessibile agli uomini e Clito poteva vivere tranquilla. Si era venuta a creare una vera e propria isola irraggiungibile (dal momento che allora non c'erano le navi e la tecnica della navigazione era sconosciuta). 
Poseidone rese prosperosissima quella terra facendovi zampillare fonti e facendovi crescere frutti di ogni qualità . Poi allevò 5 coppie di gemelli e suddivise l'isola di Atlantide in 10 parti, ciascuna delle quali venne affidata ad uno dei 10 figli. Il vero capo era però il più anziano dei fratelli, a cui Poseidone mise il nome dell'isola e lo chiamò " Atlante "…"
Una terra rigogliosa e deliziosa come Atlantide, un vero e proprio paradiso terrestre dell'abbondanza, improvvisamente colto da una degenerazione e corruzione degli istinti passionali e irrazionali. Tutto questo non piacque affatto a Zeus, il padre degli dei, che volle punire l'isola e la fece perciò sprofondare negli abissi dell'oceano.
La boule de neige. Il rapporto con l'esterno.
Quello che, a mio parere, è certamente uno dei caratteri essenziali tra i connotati del Paradiso è il concetto di ‘immobilità ’, di un qualcosa di intoccabile e protetto. Come un microcosmo. L'idea è resa alla perfezione dalla boule de neige: a custodire il micro - mondo vi è una cupola vitrea, che rende fisicamente la metafora della distanza tra l’ameno mondo dell’eden e la Terra.
L'albero dell'amicizia e "Il piccolo principe".
Dobbiamo ricreare un albero, dal titolo significativo, in nome dell'amicizia intesa come collaborazione, sintonia e incremento complessivo di progetto.
amicizia… boule de neige.. protezione.. custodia.. prendersi cura di.. una pianta..
Non è un gioco di parole. Semplicemente una trascrizione esemplificata del flusso di pensieri che mi hanno portato alla scelta di un ennesimo catalizzatore che sarà fondamentale fonte indiziaria del percorso, di quel sentiero complesso che miro a ricostruire: La Rosa
alcune frasi tratte dal libro "Il piccolo principe" di Antoine de Saint - Exupery
"Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa""
La Poesia e il processo abduttivo
Come un fulmine a ciel sereno ad abbagliare le mie ricerche e connessioni varie è il riaffiorare alla mente di una poesia a me cara, tanto per il tema (sebbene non nascondo una certa inquietudine auto-suggestionatami per i cenni più lugubri) quanto per la dilettevole musicalità e ritmica.
Il testo poetico al quale mi riferisco è il seguente.
(Ultimo dei Sonetti, Alla sera fu ritenuto proemiale da Foscolo, tanto che egli gli riservò il primo posto nella edizione definitiva dell'opera)
Alla sera, Ugo Foscolo
tratto da Sepolcri - Sonetti
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
Individuo nel testo cinque degli aggettivi chiave nell'interpretazione del testo dal mio punto di vista. Essi sono:
cara
estive
secrete
reo
tua
Il giardino labirinto e un'immagine ossessionante dal film "Labyrinth"
Penso a giardino e penso a percorso. Penso ad Alice in Wonderland, penso alla reggia di Caserta, al giardino di Boboli, alla passaporta che Harry Potter deve afferrare una volta identificata la via d'uscita. A quel film "Labirinto" che credo di aver fantasticato mille volte dopo che una sera da bambina deve avermi tanto impressionato. L'immagine della protagonista davanti a due porte parlanti, una mente l'altra dice sempre la verità .. un gioco di logica, ma non è questo il punto. Il punto è la scelta, dover scegliere, doversela cavare da sola in quel mostruoso intrigo, dover potervi sfuggire, come per Alice nel suo sogno. Forse per Eva e Adamo non è una corsa contro il tempo, ma sono sicura che anche per loro nel mio Paradiso virtuale c'è un punto di partenza un vorticoso percorso a tappe e una meta: la scelta. Restare o rischiare anche quella strada. Cose migliori cose peggiori potrebbero accadere. Basta solo fidarsi di se stessi e della propria ovviamente tendenziale voglia di esplorare.
Facciamo il punto
dal catalizzatore al paradigma indiziario
Passiamo ora ad esaminare nel vivo la nascita del progetto
Porgo alla vostra attenzione la schematizzazione di uno schizzo preparatorio al progetto che mostra un percorso ideale all'interno del giardino.
Esso conduce alla meta step dopo step, sentiero dopo sentiero, dando l'opportunità , anche se in un certo senso si tratta di un cammino obbligato, di esplorare in tutti i meandri e gli angoli più nascosti l'intero paradiso, vivendo a pieno l'esperienza di esplorazione che conduce alla "rinascita" a vita nuova.
La logica seguita dal percorso è quella anticipata nel paradigma indiziario: dal più artificiale al più naturale; ma non solo, a caratterizzare passo dopo passo i vari 'ambienti' nel loro aspetto concettuale dell'andamento del sentiero sono entrati in gioco i cinque aggettivi che avevo elaborato come prima impressione sulla riflessione e il richiamo alla memoria dell'idea di Paradiso Terrestre.
Ed ora un'esercitazione che ha funto da vero e proprio 'catalizzatore' nell'estrapolazione delle dinamiche tridimensionali dall'idea, per concretizzare il progetto in costruzione e sperimentare le trasformazioni, dinamiche che rischiavano di restare cristallizzate nello schizzo progettuale, o peggio ancora nei pensieri del progettista, a causa del mancato allenamento a pensare in 3D e della mancata dimestichezza con il disegno in prospettiva.
Introduco ora alcune nuove matrici di trasformazione che impiegherò nel progetto:
E poiché nel corso del semestre ho potuto dare vita ad un modesto archivio di regole personalizzato, regole che credo abbiano funzionato piuttosto bene, ne ripropongo ora qualcuna che userò durante i processi di trasformazione:
dal primo progetto:
dal secondo progetto:
La casa di Adamo
le matrici utilizzate sono:
come si divide? naturale e inquieto
com'è la texture? inquieto
com'è bucato? turbinoso
come finisce? inquieto
per il Villaggio dei ghiacci
come si aggrega? naturale
com'è la texture? inquieto
L'incremento di complessità nella casa, la porta
matrice:
com'è bucato? inquieto
La Radura dei sospiri
le matrici utilizzate sono:
come si divide? inquieto
come ruota? turbinoso
come finisce? inquieto
i sospiri sono stati virtualmente oggettivati in delle liane per le quali è stata usata la regola
come si piega? turbinoso e disturbato
Il Giardino dei sogni proibiti
le matrici utilizzate sono:
come si piega? turbinoso e disturbato
com'è la texture? disturbato
come finisce? inquieto
com'è la texture? inquieto
Le nubi che circondano il Giardino dei sogni proibiti sono state realizzate con le regole
come si aggrega? naturale
com'è la texture? inquieto
La Tana del Serpente
le matrici utilizzate sono
com'è l'involucro? turbinoso
com'è la texture? inquieto
L'albero della Conoscenza del Bene e del Male
le matrici utilizzate sono
come si divide? naturale e inquieto
come finisce? inquieto
com'è la texture? disturbato
come ruota? turbinoso
I collegamenti tra i vari ambienti del giardino sono stati realizzati con la regola: come si piega? turbinoso e disturbato
Le texture sono state scelte cercando di interpretare personalmente i cinque aggettivi: fiabesco, cangiante, intrigante, psichedelico, rigoglioso.
Ho in più seguito come riferimenti gli aggettivi tratti dalla poesia "Alla sera" (reo, tue, estive, secrete, cara) per ispirarmi nel momento della fase di trasformazione.
E' importante sottolineare inoltre che l'intero progetto è articolato secondo la regola: come si piega? turbinoso e disturbato, che stravolge l'asse verticale definito nel paradigma organizzativo, come si può piacevolmente ammirare nel seguente scenario:
Ad ogni modo è sorprendente scoprire degli scorci dai quali si può osservare l'intero progetto allinearsi quasi precisamente lungo una retta (mi piace pensare di poter ricavare l'ordine da ogni disordine configurabile):
La vista che preferisco, quella dall'alto concessa solo al creatore che può controllare tutto e spiare le sue creature:
Razionalizzazione del progetto
Sezioni e prospetti della casa di Adamo
Sezione dell'Albero della Conoscenza e incremento di complessitÃ
All'interno della struttura una scala a chiocciola (realizzata con la regola: come ruota? turbinoso) conduce ad un altare (regole: come ruota? turbinoso nelle due varianti e come si divide? inquieto) allestito per custodire il pomo proibito (regola: come ruota? turbinoso)
Ulteriori incrementi di complessità atti ad arricchire il giardino, in particolare il Villaggio dei Ghiacci
Qui di seguito sono mostrati i procedimenti di trasformazione per la realizzazione del verde e quelli che fino ad oggi sono stati gli esiti
Un'immagine in primo piano
Gli schemi e le geometrie di arredo del giardino:
Il manifesto preparato in occasione della serata di arte, musica e poesia tenutasi presso la sala Don Ticozzi a Lecco
La similitudine:
"Eravamo gli Dei, eravamo Immortali, eravamo finiti" rimanda all'idea di esplorazione di nuove realtà nello stadio Entusiasta e Vitale della ricerca (Dei) , nel Grandioso stupore della scoperta (Immortali) e nell'Amara frustrazione del fallimento (Finiti). Queste tappe, esposte non necessariamente in sequenza, incarnano la mia interpretazione del Paradiso Terrestre e costituiscono la similitudine, la chiave di lettura del progetto.
Da questa immagine è possibile scorgere finalmente il richiamo al mito di Atlantide e alla boule de neige: il mio Paradiso Terrestre non è scomparso per sempre ma si è solo perso nel nostro personale iperuranio e come una dolce idea vaga galleggiando nelle interiora di una fantastica boule de neige. A vegliare sulle teste di Adamo ed Eva la finestra che dalle pareti della sfera si affaccia sulla realtà di oggi, un rimando malinconico e appassionato raffigurato da una vista su uno dei litorali a me più cari. La cornice che inquadra la foto è una finestra della mia casa in Salento e rappresenta l'immagine della memoria che mi parla più di tutte di quanto meraviglioso sia andare alla scoperta di mondi nuovi guardando con ingenua curiosità ad ogni nuova esperienza, come fecero per primi Adamo ed Eva. Quello che basta per renderci forti e pronti nel confronto con la novità è il ricordo di chi siamo stati. L'immagine della memoria ci accompagna giorno dopo giorno nella nostra crescita in continua trasformazione.
Ricordo, infine, che l'esito qui esposto è solo una possibile variazione progettuale e che, inoltre, si presta a nuove e continue trasformazioni.
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