secondo_progetto
Pagina di ALESSANDRA DI MAGGIO
Foto personale
1° step
Ho registrato vocalmente le mie primissime impressioni sulla raffigurazione della "caduta e cacciata dal paradiso terrestre" di Michelangelo nella Cappella Sistina.
Riporto qui di seguito quanto ho visto, segnando a lato i secondi che trascorrevano, fino ad arrivare a un minuto e 40 secondi:
Primo step cosa vedo? allora, vedo due uomini, no un uomo e una donna, sono probabilmente Adamo ed Eva che vengono allontanati, hanno un'espressione (20 sec.) affranta, impaurita e si nascondono il volto, hanno paura. dall'altra parte vedo sempre gli stessi uomini, che sono ancora (40 sec.) probabilmente la fase precedente, Eva è stesa, Adamo è in piedi a sin… alla sua destra. Eva tende la mano ad un personaggio che sembra essere il serpente. (1 min.) ha un corpo diciamo come se fosse il serpente che si arrotola, le gambe diventano la coda intorno all'albero. l'albero ha un ruolo importante probabilmente perché segna la spartizione tra i due episodi. (1 min e 20 sec.). sembra essere quest'angelo invece, come alter ego del serpente, che ne segna poi la cacciata, che segna poi il loro destino, dando il verdetto, in seguito a quello che hanno fatto, ossia cedere alla tentazione. (1 min. e 40 sec.)
elenco progressivo di quanto ho osservato in una prima fase:
1) e 2 Adamo ed Eva impauriti
2 bis) poi 1 bis) Adamo ed Eva nella 'fase precedente' (prima Eva, poi Adamo alla sua destra)
3) il serpente
4) l'albero
5) l'angelo
2° step
Purtroppo non ho trovato molto materiale critico da poter consultare. Il mio libro d'arte delle superiori (autore Mario Docci) faceva riferimento soprattutto all'esasperata plasticità dei corpi umani nudi su cui Michelangelo fa leva per colpire, attrarre e stupire l'osservatore, pertanto ho personalmente spiegato il motivo per il quale sono stata calamitata sin da subito dai corpi di Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso, e perciò dovendo stabilire la gerarchia degli elementi non ricollocherei più 'Adamo ed Eva impauriti' in primo piano ma solo in un percorso ciclico, dinamico, che esalta il momento più drammatico, al pari dell'episodio precedente per trovarne connessione e spiegazione. Indubbiamente sono stata colpita dal' effetto, come viene sottolineato in una breve descrizione nel sito dei Musei Vaticani, ma osservo dalla lettura che il senso della rappresentazione è quello di mostrarci simultaneamente due momenti distinti nettamente nel racconto biblico che tra di loro però hanno una forte relazione di causalità fisicamente impersonata dall'albero - spartiacque.
Fino a qui la mia gerarchizzazione potrebbe definirsi così, ma si tratta solo di una rielaborazione provvisoria:
Ad aprirmi gli occhi, come tra l'altro intendeva fare l'artista, sottolinea la stessa autrice dell'ultima 'recensione' da me consultata, il critico dell'arte Giuliana Quartullo, sono state delle osservazioni ben più audaci, a mio parere, ma indubbiamente più convincenti e avvincenti. I temi trattati dall'autrice sono molto interessanti (cito in un elenco quelli che mi hanno portato a stringere le mie conclusioni):
Il limite di Dio come prototipo della regola contro il Peccato Originale come prototipo della trasgressione
L'immedesimazione e la solidarietà dell'osservatore (anche lui comune mortale) nei confronti di Adamo ed Eva
La vita beata e beota dell'eden e il peccato come desiderio di soddisfare la sete di conoscenza, curiosità e ambizione
La condizione frustrata dell'uomo nell'eden perché intravede anche nelle parole di Dio, non solo del serpente, la possibilità di andare al di là della vita che lui conosce, pertanto non cade in tentazione per mano del serpente, ma perché è già predisposto da quella frustrazione a trasgredire
Il tempismo del serpente nell'individuare il momento più adatto per proporre la trasgressione, quello di una forte intimità tra Adamo ed Eva
La scelta di Adamo ed Eva come scelta obbligata dalle circostanze
L'iconografia e le intenzioni del pittore come eccezione alle regole del tempo e quindi anch'esse come trasgressione
Adamo ed Eva, entrambi alla pari consapevoli e decisi a disobbedire: "ognuno coglie il proprio personale frutto"
"Eva complice e sensuale ma non corruttrice, semmai distrattamente correa, in una trasgressione che tradisce una vitale intima sinergia"
L'ingiustizia che avverte l'osservatore nel giudizio dell'angelo dato "senza concedere alla coppia un attimo di riflessione, dopo un gesto compiuto come una necessità , di cui sembra che l'uomo non possa fare a meno per essere tale
L'episodio del Peccato perde di colpevolezza perché Dio aveva creato tutte le condizioni perché l'uomo e la donna fossero attratti dalla vita reale
L'ambiguità dell'angelo che ha lo stesso volto del del serpente ed esce da dietro le spire del medesimo corpo di serpente
Adamo ed Eva come complici del serpente, "due trasgressori con premeditazione"
La reazione di Adamo ed Eva è quella di paura, terrore per il giudizio divino e di sorpresa (non si spiegano né si aspettano il perché della reazione di Dio) non di vergogna e rimorso come citano i testi sacri
Adamo ed Eva come due eroi tragici senza difese
Il peccato come momento di passaggio tra vita potenziale e reale
"La vita risulta essere non tanto una condanna da sopportare quanto un dono che Adamo ed Eva, con il loro gesto eroico, ci hanno garantito"
Il fascino e il dilemma della regola: il libero arbitrio e la scelta: rispettarla o trasgerdirla?
Il mio schema definitivo, alla luce della lettura critica:
3° step
Le connessioni immaginarie
Non posso smettere di pensare a quello che nella mia mente ho definito "il dramma di Ulisse", l'Uomo per eccellenza. Dante 'racconta' le sue parole: fatti non foste per viver come bruti ma seguir virtute e canoscenza".
Come può Dio, il Bene, creare l'Uomo e al contempo il suo entusiasmo e la sua curiosità , esauditi nella scoperta, e porgli un limite. Più che un divieto suona come una sfida. E direte, non è un caso che il genio Michelangiolesco avesse fatto di questa intuizione un'opera d'arte! Sembra che Dio volesse mettere alla prova il carattere "umanità " dell'uomo. Se 'io' creo l'uomo curioso, l'uomo per sua inclinazione tenderà a voler conoscere e sapere sempre di più. E se l'uomo restasse fedele al Suo Creatore? E se l'uomo si ribellasse? Se l'uomo accetta la cecità , accetta lo stato "beato e beota" di frustrazione e incompletezza che comunque gli appartiene; guadagna la vita nell'eden, spensierata, in una bolla di vetro. Ma poiché ad azione corrisponde reazione, nessuno si illuda che l'Uomo si accontenti di quello che ha, se anche avesse tutto, l'Uomo vorrebbe di più. La coscienza dell'umana incompletezza spesso ci terrorizza, giammai ci rende rassegnati.
Il quadro di Magritte è emblema di un immaginario per me ricorrente e mi viene quasi naturale divertirmi a cercarne le corrispondenze con "l'Eden" di Michelangelo.
La donna è di spalle all'osservatore, il quale potrebbe supporre che dorma, che sia pensierosa, comunque si tratta di una congettura. Davanti a lei un panno bianco. La posizione della donna, e qui l'arte dell'allusione nel quadro (L'épreuve du sommeil, René Magritte, 1926 circa), traduce per me l'indefinito, che rimanda alla tentazione ostinata e martellante di volerla vedere in volto, sensazione per me costante alla vista dell'opera; anche solo per sapere come l'artista l'aveva immaginata.. non che sia per me determinante, comunque è rilevante, forse anche voi ci avete pensato.
E se io vi svelassi la chiave del quadro? Se vi tentassi, porgendovi su un piatto d'argento la soluzione?
Molti vorranno sapere che la donna altro non è che la madre di René Magritte, la quale verrà recuperata dal pittore tredicenne ormai senza vita, morta suicida, in un fiume. E quel panno bianco è la sua sottoveste, la stessa che le copriva il volto il giorno che fu ritrovata.
Forse, però, non avreste voluto saperlo, forse non avreste dovuto. C'è stata un'atra vittima: la vostra immaginazione. Con la donna del quadro è morta l'allusione. Il mistero che Magritte "le saboteur tranquille" crea con il pennello mi direte non muore mai. Vi risponderei: anche io quando alzo gli occhi al cielo vedo solo le nuvole e spesso sogno, ma dopo la storia dell'Eden, scorgo anche un angolo di Paradiso e ho la sensazione di non raggiungerlo mai, alzo gli occhi e prego. Mi direte che per voi non è così, che ci sono molte altre interpretazioni, ma quel panno bianco che avvolgeva il volto donna sarà la vostra ossessione, lo avrete anche voi davanti agli occhi ammirando il capolavoro "L'épreuve du sommeil". Anche voi come me spesso uccidete l'immaginazione, anche voi come "Gli amanti" di Magritte avete gli occhi bendati e forse non ve ne rendete conto.
Per il secondo progetto applicherò regole di trasformazione che elenco e spiego nella pagina dedicata al primo progetto.
disturbato:
zz=Abs(Sin(i)-0)-Abs(Cos(j)+3)+Sin(i)*Cos(j)
inquieto:
zz=Sin(j)*Cos(i) zz=zz+Abs(Sin(i)elevato2+2)-Abs(Cos(j)elevato2+2)
If i=0 Then zz=0
If i>10 Then zz=6
If j=0 Then zz=0
If j>10 Then zz=6
turbinoso:
zz=Abs(Tan(i-200)-Sin(j))+Abs(Tan(j-200)-Sin(i))
Per quanto riguarda il progetto IRTAL ho scelto di collocarlo in un panorama nel quale la scogliera ed uno splendido mare al tramonto la fanno da padrone. Ho preso questa decisione perché il paesaggio suscita in me una forte suggestione, ispira pace, tranquillità e forza allo stesso tempo; perciò mi completa e rassicura.
La scelta del catalizzatore è ricaduta sull'affresco di Michelangelo già preso in analisi nella precedente esercitazione di laboratorio.
Ho optato per questo catalizzatore perché in anticipo ho avuto modo di prendere una certa confidenza con l'immagine, il che mi ha permesso di trovare immediate connessioni con il mio paradigma indiziario, inoltre di impiegare al meglio le dinamiche e la gerarchia che avevo individuato, che sin da un primo sguardo d'insieme mi convincevano e stimolavano.
Una rappresentazione schematica e indiziaria del progetto:
Procedo a spiegare meglio quanto ho raffigurato nel paradigma:
- Individuo dei settori seguendo come linee guida quelle di connessione gerarchica.
- Lo schema iniziale mi suggeriva una sostanziale simmetria data dall'elemento assiale (l'albero) che io ho scelto di interpretare come ambiente adibito a Biblioteca. L'associazione non è stata casuale. Infatti l'albero dell'affresco si carica di simboli: è "risorsa", trofeo ambito e "fonte" di vita, incarna l'ambizione e l'entusiasmo che accompagnano la "conoscenza" e la scoperta; queste ragioni per me lo fanno emblema del sapere al quale tutti possono, vogliono devono attingere.
- Il serpente e l'angelo sono due figure in un certo senso ambigue a causa della loro somiglianza ma non solo. Li interpreto, in senso figurato, rispettivamente come "tentazione", dunque stimolo alla conoscenza, e "ammonimento", dunque correzione, insegnamento. Il primo 'avvicina' alla conoscenza, fa da trampolino di lancio, il secondo funge da monito, esempio per migliorare e crescere, non mero allontanamento. Per questo scelgo di associarli a spazi adibiti all'esposizione di elaborati dei giovani studenti (idee audaci, nuove, in fremito) (serpente) e a mostre dei grandi maestri e ad archivi (angelo).
- In arancione e in rosso individuo gli alloggi (a sinistra dei giovani studenti, a destra dei professori anziani) e la mensa, ossia dei servizi legati ai beni di prima necessità , quelli che legano Adamo ed Eva, nella gerarchia della rappresentazione, alla 'terra', qualsiasi sia la loro condizione prima o dopo la cacciata. Decido di associare gli alloggi degli studenti ad Adamo ed Eva bis (come indico nello schema) perché l'ingenuità e la loro curiosità per me è paragonabile a quella dei giovani, mentre l''esperienza' di Adamo ed Eva alla destra del dipinto li rende per me adatti ad 'accogliere' nel mio schema gli alloggi dei professori anziani.
- Schematizzo l'"intervento" (monito, insegnamento) dell'angelo con due linee di connessione (angelo-Adamo e angelo -Eva) dalle quali ricavo dei settori che decido di adibire ad attività didattiche e di tutorato.
- Il settore in azzurro che 'avanza' sulla destra dello schema lo adibisco a spazio ricreativo. Scelgo blu e celeste per il fattore "ludico" (nello schema a sinistra) che si contrappone e confronta agli spazi del "ludus letterario" sulla destra e che nel paradigma è incarnato dall'Auditorium, dalla palestra e dalla piscina coperta. Associo questi spazi ad Adamo ed Eva bis perché la posa e la plasticità dei loro corpi mi permette una funambolica allusione alle pose dell'arte teatrale e al vigore dell'attività sportiva.
Scelta del luogo: Manhattan, New York. Grande, caotica e fascinosa metropoli. Frenetico teatro di idee, covo di talenti, culla di opportunità , vetrina senza eguali.
Scelta del catalizzatore: Una clessidra a Manhattan.
Scelgo la clessidra, strumento di misurazione del tempo, perché reputo che quest'ultimo sia uno degli elementi più preziosi con cui lo studente è costretto a confrontarsi quotidianamente. Ottimizzarlo, organizzarlo, investirlo. Il tempo è la risorsa dello studio. Una risorsa 'senza tempo'.
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