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TERZO PROGETTO: eden_paola nielfi

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LA CASA DI ADAMO


Bibbia, Antico Testamento, Genesi, 2, 7-22

"Quando il Signore Dio creò il cielo e la terra , nessun cespuglio dei campi era sulla terra, nessuna erba campestre era ancora nata … allora il Signore Dio formò l'uomo con polvere della terra e soffiò nelle sue narici l' alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva creato. Il Signore Dio fece nascere dal suolo ogni sorta di alberi belli da vedere e buoni da mangiare, tra cui, in mezzo al giardino, l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva formando quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.Il Signore Dio prese l'uomo e lo mise nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.Il Signore Dio diede quest'ordine all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma non devi mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, perché, se tu ne mangiassi, moriresti certamente ".Allora il Signore Dio fece scendere il sonno sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una costola e rinchiuse la carne. Il Signore Dio plasmò con la costola, tolta all'uomo, una donna e gliela condusse. Allora l'uomo disse:"Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa.La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta".

Infinito di Giacomo Leopardi

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio
e il naufragar m'è dolce in questo mare»


Da questi due estratti così diversi, così lontani nel tempo e nello spazio, si coglie come l'uomo e la natura siano profondamente legati da un stretto rapporto di bisogno uno dell'altra. Secondo i biologi Margulis e Sagan (1986), "la Vita non colonizzò il mondo attraverso il combattimento, ma per mezzo dell'interconnessione". Per questo motivo il carattere fondante del mio progetto sarà la SIMBIOSI, (dal greco: συν = insieme; βιος = vita), l'unione tra uomo e ambiente, l'armonica compresenza di naturale ed artificale per un vivere migliore per entrambi.

CATALIZZATORE

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Ho scelto come catalizzatore l'universo, immenso e sterminato come lo spazio in cui si perde lo sguardo leopardiano. Nell'universo è ancora tutto polvere e particelle, non è ancora nè uomo nè natura come la intendiamo oggi, è vita potenziale, un qualcosa che deve ancora prendere forma, un progetto che deve prendere vita.

EVOLUZIONE PARADIGMICA

Paradigma indiziario

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Ho scelto di unire il catalizzatore e la poesia attraverso il simbolo matematico di infinito.

Paradigma organizzativo

Adamo ed Eva hanno trasgredito il volere di Dio per la curiosità, per poter apprendere ciò che per il loro bene veniva celato. L'uomo ha sempre desiderato imparare, conoscere, approfondire il proprio sapere e le proprie abilità. L'albero della conoscenza del bene e del male nè è l'emblema. Per questo ho scelto di inserire la pianta della cupola del Borromini di S.Ivo alla Sapienza, un luogo del sapere.

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Con questo ho complicato il mio paradigma indiziario verso un paradigma organizzativo.

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In opposizione ho cercato un ambito in cui l'uomo non riuscisse a trovare delle spiegazioni logiche, razionali, misteri che mi hanno da sempre affascinato: i cerchi nel grano.

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Ed è stato applicato all'evoluzione paradigmatica

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Da tutto questo è stato desunto il paradigma organizzativo finale.

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MAGLIA STRUTTURALE
Per lo studio della maglia ho scelto di attingere l'idea dalla mia infanzia: la tecnica dell'origami. In particolare "la rana" è stata la mia prima impresa in quest'arte.

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Quello che voglio riprendere nel progetto della maglia non è tanto la rana in sè, ma il procedimento di piegatura che va seguito per realizzarla. Quindi "piegherò" il mio paradigma organizzativo.

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VERIFICA CONGRUENZE
Fino ad ora il porcedimento è stato prettamente lineare e bidimensionale. Per complicare il processo in tutte le direzioni attingo dalla geometria non euclidea per raggiungere le quattro dimensioni.
Parto dall'ipercubo:

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Elaboro la struttura fin'ora pensata immaginando di collocarmi all'interno dello spazio architettonico. Le sensazioni che devo provare all'interno dello spazio progettuale devono seguire la geometria quadrimensionale. Fondo le emozioni generatemi dai caratteri che mi hanno accompagnato dal primo progetto con i volumi. Da qui ricavo nuove regole di trasformazione.

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Da queste basi concretizzo la mia progettazione

Piante
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Sezioni
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Punti di vista
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Progettazione del verde: pianta
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Viste prospettiche
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Albero della conoscenza

Ho scelto come punto di partenza la mia infanzia, la spontaneità del disegno di una bimba, di chi ancora conosce così poco del mondo...

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Conscia di questo ho applicato due delle regole che ho trovato per complicare il mio albero di partenza. (vedi REGOLE_paola nielfi)

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Successivamente l'ho inserito nel contesto. La posizione in cui l'ho collocato è centrale per rispettare il carattere sibiontico di cui si permea l'intero progetto.

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Prima variazione in similitudine: albero---> Rosa del Deserto (vedi REGOLE_paola nielfi )

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Seconda variazione in similitudine: casa di Adamo ed Eva ---> Light (vedi REGOLE_paola nielfi )

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Variazione in similitudine: vegetazione ---> Pozzanghera (vedi REGOLE_paola nielfi )

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