Secondo Progetto: Centro Culturale a Manhattan 
Obiettivo di questa seconda parte del corso è quello di andare a creare un'infrastruttura "per la cultura": in particolare un edificio con spazi dedicati a rappresentazioni musicali e teatrali oltre che a saloni d'esposizione d'arte personali e mostre di vario genere. Il tutto ambientato in una città che è un simbolo mondiale di vivacità e movimento: New York, e, nello specifico, sulle coste di Manhattan, centro storico della "grande mela". Come far dunque combaciare questo tipo di struttura all'interno di un nucleo caratteristico come è Manhattan? Riporto tramite questo LINK
la pagina su Wikipedia dedicata a questa splendida isola.
Riporto di seguito alcune immagini di riferimento, inclusa la planimetria su Google Sketchup fornitaci come dispensa.
Agli inizi di questo progetto si è voluto identificare un catalizzatore, ossia un elemento dal quale si possano ricavare i tre aggettivi che saranno poi quelli scelti per andare a definire le regole di trasformazione della struttura stessa, e quindi la sua logica distributiva.
Cercando di rimanere il più vicino possibile alla mentalità americana, ho pertanto identificato due catalizzatori:
In grassetto ho voluto sottolineare le frasi del testo che mi hanno colpito, e che sono state lo spunto per la scoperta dei miei aggettivi: in questo caso ho interpretato le parole arrivando a delineare due caratteri con i quali il mio edificio dovrà trasformarsi nel tempo, cercando sempre di più di avvicinarvisi: CAOTICO e VIVO.
Il mio ultimo aggettivo invece l'ho "scoperto" nel discorso di apertura di un bellissimo film diretto e interpretato da Woody Allen, dal titolo: "Manhattan" (metto di seguito il link su Youtube dove si può ascoltare l'introduzione).
In questo caso, ascoltando il divertentissimo discorso d'apertura di un Woody Allen che in questo lungometraggio ha dato sicuramente il meglio di sè stesso, dirigendo e interpretando un film fra i migliori della sua produzione, ne ho estrapolato un unico aggettivo, ossia: ROMANTICO. Potrà sembrare in primo luogo riduttivo, oppure inappropriato, ma invece ritengo che si debbano riconoscere in questa caratteristica diverse sfaccettature e interpretazioni, una tra le quali quella dello stesso Woody.
Ecco dunque delinearsi i miei aggettivi con i quali l'edificio "per la cultura" si andrà a trasformare nel tempo avvicinandosi sempre di più a questi caratteri: CAOTICO, VIVO, ROMANTICO.
In primo luogo ecco la locazione desiderata per il mio edificio all'interno di Manhattan, che per semplicità evidenzio con un cerchio rosso:
Cercando sul web sono riuscito a reperire un'immagine molto particolare, un fiore di croco, che subito mi ha fatto venire in mente i tre aggettivi.. ed ecco come ROMANTICO, CAOTICO e VIVO si uniscono in un unica rappresentazione. Infatti:
- ROMANTICO: l'immagine di un fiore richiama subito la romanticità di ogni giorno, della quotidianità , di un regalo per la propria amica o amata: in questo caso deriva da questo aggettivo un complesso di emozioni che vanno a richiamare un ambiente di tipo "romantico", di un ambiente che però va oltre ai "semplici" concetti di amore o amicizia, e che ingloba in sè numerosi aspetti della vita: potrei addirittura legare a questo aggettivo la concezione di "romanticismo" letterario o artistico. Riporto QUI
la pagina di Wikipedia sul Romanticismo, per chiarire meglio la mia idea.
- CAOTICO: la struttura dei petali del croco non è ordinata o disposta secondo un ordine ben preciso, bensì è caotica, irregolare, "fortuita": in questo senso ho inteso il mio aggettivo, come un qualcosa di disordinato e allo stesso tempo macchinoso, per un quartiere come Manhattan, in continuo movimento.
- VIVO: la natura stessa potrebbe essere definita viva. Il primo aggettivo che mi viene in mente per descriverla è, per l'appunto, viva. Proprio perchè all'interno di un qualcosa che esternamente sembra "morta", in realtà esiste una linfa vitale fortissima e immensa, che permette al nostro stesso mondo di esistere. Ecco dunque come avvicinare questo concetto all'interno del mio edificio.
In primo luogo carico l'immagine del paradigma organizzativo:
Ecco dunque come viene sottolineata la suddivisione interna degli spazi, che riassumo:
- Zona principale: Teatro. Aggettivi ivi collegati: CAOTICO, VIVO.
- Zona centrale di collegamento: Ingresso e Reception. Aggettivi ivi collegati: CAOTICO, VIVO, ROMANTICO.
- Zone laterali secondarie: Sala Mostre e Area Ristoro. Aggettivo ivi collegato: ROMANTICO.
In secondo luogo ecco l'organizzazione del mio edificio rappresentata in maniera schematica, sottolineando tuttavia recisa gerarchia degli eventi all'interno della struttura stessa:
Una primordiale e schematica formalizzazione potrebbe essere la seguente immagine:
Tuttavia non sono ancora "pronto" per andare a generare una forma complessiva del mio edificio: per questo motivo andrò nei prossimi lavori a studiare ogni singolo evento separatamente, per poi cercare di unire tutte le parti in maniera armonica ed equilibrata, ovviamente cercando di avvicinarmi sempre più alle mie regole di trasformazione derivate dagli aggettivi.
Ecco dunque una prima evoluzione del progetto fondata sull'addizione di trasformazioni attuate sui singoli eventi della struttura, in base alle richiesta funzionali ed ai caratteri da perseguire. Le trasformazioni sono state attuate attraverso ben precise regole di trasformazione che verranno elencate dopo l'immagine.
Le regole di trasformazione che sono state utilizzate sono le seguenti:
- CAOTICO: Come si struttura? Identificazione di forme più sinuose per andare a delimitare l'edificio (si pensi alla regola di trasformazione utilizzata per il primo edificio con l'immagine dei girasoli);
- ROMANTICO: Come si articola? Utilizzo della regola di trasformazione derivante dal sole, utilizzata nel primo progetto, per andare a suddividere le zone interne;
- VIVO: Come si colora? Ancora una volta utilizzo colori "vivaci" per l'appunto per andare a dipingere l'intonaco della struttura. Si rimandi alla regola di trasformazione utilizzata nel primo progetto.
L'identificazione di una congruenza geometrica (ossia di una struttura geometrica tridimensionale con relative eccezioni) per connettere i vari eventi e strutturare le relazioni topologiche indicate nel paradigma può essere riassunta mediante lo schizzo riportato qui:
Riporto il testo scritto nello schema: "La suddivisione degli spazi, e quindi la loro necessaria connessione, avviene attraverso collegamenti semplici e lineari, il tutto seguendo sia una regola di trasformazione ben precisa ("Come si Articola?", regola di trasformazione derivante dal sole, utilizzata nel primo progetto, per andare a suddividere le zone interne), sia tenendo in considerazione le necessità sia organizzative sia spaziali dei singoli eventi che compongono la struttura. Tuttavia si ritiene utile introdurre il concetto di griglia di congruità , che mi permette di avere il controllo dell'aspetto tecnologico e costruttivo del mio edificio, e mi rende in grado di organizzare gli ambienti seguendo una ben precisa logica di sistemazione degli impianti (per esempio igienici). Ecco di seguito l'immagine:
Una prima trasformazione che viene quindi attuata al mio edificio può essere schematizzata nell'immagine che segue:
Tutto quanto fatto in precedenza può è stato riassunto nell'extempore effettuato il 29/04/2011, del quale riporto una fotografia.
Voglio adesso andare ad analizzare le varie trasformazioni che ho attuato all'interno dei singoli eventi per arrivare alla prima trasformazione del mio edificio (che sicuramente non sarà l'ultima): lo attuo mettendo un'immagine riassuntiva.
In base allo schema precedente ho attuato una seconda trasformazione, cercando sempre di più di avvicinare il mio edificio alle regole di trasformazione decise e cercando di costruire uno spazio collegato nelle sue singole parti in maniera organica. Di seguito ecco quindi la griglia di congruità del mio edificio, dove pongo la base della griglia utilizzata per la prima trasformazione e studio il carattere tecnologico e costruttivo anche per la seconda trasformazione della struttura, e la seconda formalizzazione derivante dal mio nuovo studio:
Pongo nell'immagine successiva quest'ultima formalizzazione del mio edificio all'interno del contesto nel quale ci troviamo, Manhattan:
Ma questa contestualizzazione non è studiata secondo una ben definita logica: per questo cerco di studiare e di creare una matrice organizzativa ambientale per poter inserire nella maniera più corretta e "organica" la mia struttura all'interno di Manhattan: questo significa che, trovata una particolare direzione nella quale "insidiare" la mia struttura, e individuati più punti di vista, studio secondo quest'ultimi i collegamenti e le direzioni delle viste stesse del mio edificio rispetto a ciò che lo circonda, in questo caso Manhattan, e naturalmente basandomi sui miei aggettivi di trasformazione.
Cercando di andare a contestualizzare il mio edificio all'interno del Battery Park, ho voluto lasciare una zona completamente verde intorno alla struttura, alla quale ho associato l'aggettivo VIVO, tale tuttavia da non ostruire la visuale all'oceano dalle parti vetrate. Inoltre ho voluto mantenere il parallelismo derivante dalle due strade principali del quartiere, ossia alla West ST e alla Trinity PL, e andando a posizionare il centro culturale perpendicolarmente alla proiezione delle stesse rispetto all'asse dell'area naturale: ecco dunque come l'aggettivo CAOTICO si sposa magistralmente con le due vie nominate precedentemente. Ovviamente ho posizionato la mia costruzione in maniera tale da avere le superfici trasparenti verso l'oceano, "ROMANTICO" per definizione, mentre la parte opaca è sita vicina alla strada. Quest'ultima continua dalle due vie principali già citate per poi andare a "circondare" tutto il complesso in maniera tale da facilitarne l'ingresso. La copertura è verde, proprio per aumentare la facilità di inserimento del centro con il parco. Il posizionamento di tale stabile all'interno di una zona completamente verde rende il luogo, e quindi Manhattan, più vivo, caotico e romantico al tempo stesso. Riassumo tutto quanto detto nelle immagini seguenti (con diversi punti di vista, anche dal basso, e con una sezione per mettere in evidenza i rapporti di altezza/lunghezza), con le quali concludo il mio secondo progetto.
