Roberta Firino
| Un primo impatto è sicuramente dato dai colori: osservando il quadro da sinistra verso destra ho notato come essi cambiano, divenendo da caldi a freddi; ciò mi ha fatto pensare al rapporto fra l’essere umano e la natura, dapprima armonioso, poi conflittuale.Nel Paradiso infatti, tutto mi rimanda ad una condizione di equilibrio, un’immagine reale, che tuttavia non si riscontra nella seconda parte del dipinto, nella quale subentra la fantasia. Animali e uomini sembrano fondersi, tutto è molto caotico e innaturale; anche le “sculture†che si notano sul fondo cambiano, divenendo più artificiali e complesse.È per questo motivo che il quadro mi ricorda come l’uomo ha vissuto e vive oggi il suo rapporto con la natura: prima ne era a stretto contatto e traeva da essa ciò che gli era necessario per sopravvivere (Paradiso); poi ha iniziato a sentire nuovi bisogni, per la soddisfazione dei quali si è mosso alterando la natura (Purgatorio); infine egli si è reso conto di quanto la sua azione abbia influito negativamente sul ciclo della vita, presentandosi quasi come un’onda distruttiva (Inferno). |
| Inizialmente vedendo alcune fotografie frontali della scala che si presentavano piuttosto scure ho provato un senso di inquietudine, ciò probabilmente a causa dei colori piuttosto freddi; poi osservandone delle altre ho pensato che nonostante la sua maestosità ed imponenza, questa scala mi trasmette un senso di instabilità , infatti è come se i gradini non fossero fissati fra loro, ma liberi di muoversi e scorrere gli uni sugli altri. |
| Per lo svolgimento di questa esercitazione inizialmente ho creato più cubi di grandezze differenti secondo la serie di Fourier, poi ho preso il maggiore fra tutti, e così come richiesto, ho iniziato a "giocare" con i solidi, accostandoli e praticando dei fori che aumentassero progressivamente di dimensione, in modo tale da garantire il carattere armonico richiestomi. Successivamente, dovendo affrontare il problema di rendere il tutto funzionale, ho inserito una scala che collegasse i 2 livelli da me individuati. |
| Ho scelto questa immagine come catalizzatore perchè rispecchia i tre aggettivi da me scelti: naturale, fluido e dinamico. Naturale in quanto si tratta di un paesaggio, fluido perchè l'andamento delle dune ricorda molto le onde del mare, dinamico poichè facilmente soggette a cambiare se sottoposte all'azione del vento. Seguendo l'andamento di tali dune e saparando le zone in ombra da quelle in luce ho individuato delle aree. Alcune di queste sono definite da curve più morbide, che rimandano al concetto di fluidità (A), mentre altre sono caratterizzate da un andamento più dinamico (B). Ho così determinato due eventi principali: l'evento A essendo in primo piano, risulta maggiormente vistoso e costituirà dunque la parte pubblica del progetto, l'evento B invece, più distante, corrisponderà agli ambienti privati. In quest'ultimo ho riscontrato poi tre sottoeventi, le due vette, di cui una totalmente in vista (B1) e l'altra parzialmente nascosta dall'evento A (B2) ed il punto di congiunzione tra esse (B3). |
| Per rendere un solido fluido, è necessario smussarne gli spigoli, in modo tale da garantire maggiore sinuosità e armonia, infine occorre lavorare sulle sue facce, imprimendo loro forze più o meno intense in differenti punti, a seconda del movimento che gli si vuole dare. Fluido è quindi qualcosa di totalmente smussato e levigato, proprio come si presentano gli scogli sulle rive del mare, che essendo soggette al fenomeno dell'erosione si modellano nel tempo, e assumono tratti più morbidi. |
| Per conferire ad un oggetto l’effetto dinamico è sufficiente lavorare sulla sua superficie: nel modello da me proposto ho dapprima suddiviso un piano con una griglia, l’ho poi reso ondeggiante, ed infine ho esploso la superficie, ottenendo la sensazione di dinamicità da me desiderata. Dicamico è tutto ciò che si presenta frammentato, con diversa grandezza ed inclinazione. |
| Per ricreare qualcosa di naturale, mi sono ispirata ad un fiore particolare, la sterlizia; a mio parere infatti, tutto ciò che si presenta con spontaneità , semplicità e ripetizione richiama la natura. Partendo quindi da un solido ellittico, e applicando a questo un effetto di torsione ed un andamento più vicino a quello assunto da un petalo, ho creato un modulo. Scalando e ruotando poi tale modulo più volte, ed unendo i vari solidi in un punto attorno al quale li ho ruotati di 360 gradi, sono giunta alla seguente forma che mi ricorda sia i fiori che le stelle. |
| Per questa esercitazione ho scelto un'immagine che rappresenta un luogo totalmente opposto da quello da me scelto per l'inserimento del progetto. Esattamente come nel catalizzatore, anche qui mi sono basata sul contrasto creato dalla luce del sole; ho così individuato un punto assoluto, quale il sole, e più punti relativi che coincidono con le basi dei fusti degli alberi, punti dai quali si genera l'ombra. Il risultato è stato l'ottenimento di una linea curva, che sempre mi rimanda alle dune o alle onde del mare, in cui ritrovo naturalità , fluidità e dinamicità . Sarà su questo andamento che imposterò l'intero progetto. | |
| Per l'inserimento del progetto nel contesto, ho dovuto scegliere una foto fra le tante che mi sono state proposte. La mia scelta è ricaduta sul canyon perchè a mio parere è un luogo estremamente affascinante e rilassante, inoltre appena mi è stata data questa immagine, sono subito stata attratta dalla lunga crepa che caratterizza il posto, dove ho poi deciso di posizionare l'abitazione. Probabilmente sarebbe stato pù semplice inserire il progetto nell'area piana sovrastante, tuttavia l'ho ritenuto scontato e troppo invasivo. Ho infatti preferito realizzare un edificio che quasi si mimetizzasse con l'ambiente circostante, per garantire una migliore relazione fra naturale ed artificiale. |
| L'abitazione è disposta su tre livelli: al primo livello ritroviamo gli spazi pubblici (facilmente accessibili dal piazzale sovrastante), tra cui anche l'ufficio che tuttavia rimane totalmente distaccato dal resto del fabbricato; al secondo livello possiamo distinguere due ambienti principali, la zona notte con i relativi servizi e la parte dedicata alle attività , contenente uno studio e una sala svago; infine al terzo livello ritroviamo la sala relax, ben lontana dall'ingresso e con la quale si conclude il lungo percorso che attraversa la casa. |
Per questo secondo progetto ho deciso di mantenere gli stessi aggettivi da me individuati precedentemente, ritengo infatti che essi possano facilmente addicersi ad un asilo.
Mi sono tuttavia preoccupata di reinterpretarli:
NATURALE: perché i bambini sono sempre spontanei in ciò che dicono e ciò che fanno;
FLUIDO: per la loro grande capacità di adattamento alle svariate situazioni in cui si vengono a trovare, esattamente come i fluidi che non avendo una forma propria assumono quella del recipiente che li contiene;
DINAMICO: per la loro energia che scaturisce dalla loro curiosità .
Dopo aver fatto ciò, sono passata alla scelta di uno dei tanti disegni che mi sono stati messi a disposizione, ed è stato così che mi sono imbattuta in quello che poi è divenuto il mio catalizzatore.
Probabilmente la mia attenzione è ricaduta su questa immagine perché a differenza delle altre, essa non presenta elementi facilmente riconoscibili. A prima vista infatti mi sono chiesta cosa potesse rappresentare, ma tutto ciò che riuscivo a vedere era un mix di colori! Sembrava che il bambino avesse disegnato tante macchie sul foglio, esattamente come quelle che si fanno con le tempere, quando si vuole mischiare il tutto per vedere quale colore verrà fuori!
Successivamente ho iniziato ad osservare meglio ciò che mi si presentava davanti, a guardarlo, nel limite del possibile, con gli occhi di un bambino… sono così riuscita a dargli una mia interpretazione e giungere alla conclusione che esso rappresenta un ape!
Osservando l’immagine da due differenti punti di vista infatti, riesco chiaramente a distinguerne i tratti (testa, ali, corpo, zampe e pungiglione), e a riconoscere questo piccolo esserino in due diverse posizioni: quella di volo e quella di riposo.
Ho così individuato 3 eventi principali:
EVENTO A: rappresenta la testa dell’ape
EVENTO B: individua il corpo dell’ape in posizione statica
EVENTO C: costituisce il corpo dell’ape durante la fase di volo
Essendo l’evento A quello che più emerge, poiché presente sia nell’una che nell’altra mia interpretazione del disegno, esso rappresenterà il corpo centrale dell’edificio, dal quale avrà inizio il lungo percorso del bambino all’interno dell’asilo. In quanto tale ospiterà gli ambienti idonei al suo inserimento nel sistema scolastico e fungerà da congiunzione fra altri gli altri due elementi.
Ad esso ho attribuito l’aggettivo “fluido†poiché costituisce il primo impatto che il bambino ha con il nuovo ambiente nel quale dovrà trascorrere parte della sua infanzia.
L’evento B invece è stato da me posto sullo stesso piano dell’evento C e come esso in stretta relazione con l’evento A; l’aggettivo da m associatogli è “dinamico†poiché rappresenterà il corpo creativo del progetto, dove avranno luogo le attività che daranno sfogo alla fantasia dei bambini. Riporterà dunque non solo le aule di gioco, ma anche quelle dedite al riposino pomeridiano, perchè anche i sogni, non dimentichiamolo, sono frutto della nostra fantasia!
L’evento C infine, come già detto né più né meno importante, rispecchia l’aggettivo “naturaleâ€, poiché rimanda all’azione di volo dell’ape, quella a cui più spontaneamente si pensa quando ci si imbatte in un essere vivente dotato di ali. Sarà pertanto qui che si concentreranno gli ambienti adibiti al soddisfacimento di uno dei bisogni primari, che fin dalla nascita si presenta istintivamente: mangiare!
Per quanto riguarda la scelta di un contesto fortemente urbanizzato, navigando un po’ su internet alla ricerca di una fotografia che potesse ispirarmi particolarmente, sono casualmente capitata a Francoforte, dove è stata realizzata non molto tempo fa, la sede centrale della Deutsche Bank.
Questo edificio ha richiamato la mia attenzione per due motivi:
prima di tutto è costitiuto da due torri, unite alla base da un elemento comune (forte richiamo al mio paradigma indiziario), in secondo piano, presenta nel suo insieme una geometria piuttosto interessante.
Osservandone la pianta infatti si può facilmente notare come essa sembri assumere la forma di un uccello in volo, inoltre focalizzando l’attenzione sulla singola torre, vediamo come questa riprenda in realtà la pianta dell’intero complesso.
Dopo una prima analisi del contesto, lavorando un po’ su quelli che ritenevo fossero i principali assi da seguire, ho individuato dei volumi; notasi come questi sembrino assumere la forma di un insetto che si presta a posarsi su un fiore! Ho poi attribuito ad ogni superficie delle funzionalità , seguendo lo stesso schema da me riportato nel paradigma organizzativo e sono così passata ad un primo inserimento nel contesto.
Successivamente tenendo presente i miei 3 aggettivi (naturale, fluido e dinamico), ho apportato delle modifiche, che mi consentissero di ottenere un aspetto più movimentato ma che allo stesso tempo mi facessero mantenere le simmetrie e le specularità già presenti nelle 2 torri. Sono così passata al nuovo inserimento nel contesto, dedicando una maggiore attenzione alla connessione fra i due edifici.
Nel particolare è riportata la passerella di collegamento delle due torri, elemento che caratterizza fortemente il progetto. Essa si presenta interamente vetrata ma con motivi geometrici di svariati colori ripresi dallo schema che mi ha condotto al primo riconoscimento dei volumi. Ai suoi lati sono inoltre state previste due vasche d’acqua come per voler ingannare i bambini del vuoto sottostante.
Per questo terzo progetto ho mantenuto i tre aggettivi da me utilizzati precedentemente: NATURALE, FLUIDO e DINAMICO; mi sembra infatti che essi possano facilmente addicersi ad una struttura come un faro, soprattutto considerando il contesto in cui questi è inserito.
Le logiche di trasformazione ovviamente saranno quelle da me già individuate.
Scelti i miei aggettivi, ho proseguito alla ricerca di un catalizzatore: la mia scelta è ricaduta sull’immagne di una calla, un fiore che ha sempre attirato la mia attenzione per la sua semplicità e la sensazione di delicatezza e morbidezza che trasmette, qualcosa di candido e “naturaleâ€. La calla inoltre, grazie alla conformazione che assume ricorda un vortice, per me simbolo di “dinamicità †e allo stesso tempo rimanda a qualcosa di “fluido†per la dolcezza delle sue curve.
Ricalcando l’andamento dei due fiori in fotografia, ho definito tre aree, a ciascuna di esse ho attribuito un aggettivo a seconda della sensazione trasmessami dalle curve che ne definiscono il contorno, ho quindi individuato 3 eventi, ognuno dei quali costituirà una parte del progetto.
Evento A: ad esso ho associato l’aggettivo naturale pertanto costituirà la base della struttura, ovvero l’elemento di sostegno, strettamente connesso al suolo poiché in contatto con esso, assumerà tale carattere per garantire un migliore inserimento nel contesto;
Evento B: definito dall’aggettivo fluido, è quell’elemento che più sembra fra tutti spiccare, poiché rappresentato dalla parte centrale del fiore, che si erge dallo stelo fino alla sommità , esso costituirà il corpo principale del progetto, la torre;
Evento C: di carattere dinamico, definisce l’involucro del faro, conferendogli un aspetto più interessante e meno classico tra quelli che generalmente si riscontrano tra i fari.
Il luogo da me scelto per l’inserimento del progetto si trova in Sardegna, in provincia di Iglesias, più precisamente a Masua; qui si si può ammirare quello che è più comunemente noto come Pan di zucchero, ovvero una roccia di colore bianco che si erge dal mare dando vita ad un magnifico panorama.
Il mio progetto verrà inserito proprio su questa roccia, qui sotto ne riporto un primo abbozzo.
