Primo progetto 
Esercitazione 1
Escher - Spirale concentrica, secondo una scala convergente 5x4x3, composta da parallelepipedi a base quadrata e rettangolare intersecati tra loro e costruiti in rapporto 5x4x3
Esercitazione 2
Trovare sensazioni comuni ai tre quadri, rispettivamente di Van Gogh, di el Greco e del Giorgione.
Il dubbio sulla realtà che stupisce ed inquieta.
Esercitazione 3
"È tutto reale, è tutto vero, non c'è niente di inventato... niente di quello che vedi nello show è finto, è semplicemente controllato."
"Siamo veramente stanchi di vedere attori che ci danno false emozioni, esauriti da spettacoli pirotecnici ed effetti speciali. Anche se il mondo in cui si muove è in effetti per certi versi fittizio, simulato, non troverete nulla in Truman che non sia veritiero. Non c'è copione, non esistono copie; non sarà sempre Shakespeare ma è autentico ... è la sua vita."
Frasi tratte del film "The Truman show"
Reale come il paesaggio di Van Gogh
Controllato come il porsi dei personaggi di el Greco
Veritiero come la dualità dell'amore per Giorgione
Esercitazione 4
Dato l'obiettivo di rendere Lecco più Lecco, ho ritenuto che fosse utile porre l'attenzione per un intervento generativo verso quelle zone della città non identificabili in maniera univoca come parte di Lecco per la mancanza di elementi caratterizzanti.
Se si aggiunge alla mancanza di elementi di attenzione anche il fatto che questa zona sia anche prospiciente il lungo lago, forse uno dei luoghi più caratterizzanti Lecco, sembra ancora più evidente la necessità di modifiche o l'inserimento di nuove idee all'esistente.
Esercitazione 5
Il catalizzatore, spunto di partenza per il progetto, è una barca a remi. Tramite gli aggettivi individuati nel lavoro preliminare ho collegato alcuni degli elementi che caratterizzano questo catalizzatore ad altrettanti elementi che dovranno caratterizzare il progetto.
Il passo successivo è quello di definire le caratteristiche delle stanze che dovranno costituire il progetto, senza però specificarne la forma, cioè solo fissando i parametri che tali stanze dovranno avere insite o in relazione alle altre ad esse collegate nella successiva fase dello sviluppo volumetrico.
Data la definizione delle caratteristiche da tenere in considerazione nella progettazione successiva, si inserisce ora una prima griglia spaziale, cioè un primo reticolo in cui si specifica l'interrelazione tra i vari volumi che caratterizzeranno il progetto. Questo avviene tramite l'accostamento di moduli, la qual cosa serve solo a rendere l'idea delle connessioni e degli ingombri reciproci, senza definire gli spazi in maniera definitiva.
Esercitazione 6
Ciò che caratterizza la personalità degli individui è ciò che essi hanno vissuto nella propria vita, cioè ogni minimo evento o azione che essi abbiano affrontato, senza poterne escludere nessuna, perché ognuna di esse concorre in una certa misura alla formazione di una specifica personalità . Certamente esistono eventi, che vengono solitamente definiti i “grandi eventi della vitaâ€, che portano a modifiche più evidenti rispetto agli altri, caratterizzando e modificando in maniera più evidente la personalità , ai quali poi si affiancano eventi minori, che caratterizzano ogni individuo con sfumature caratteriali che lo rendono unico e particolare. Tra gli eventi di maggiore importanza spiccano quelli che l’individuo vive durante il processo di generazione di una prima personalità , cioè gli eventi che si vivono durante l’infanzia, alcuni dei quali risultano davvero determinanti nella determinazione delle caratteristiche generali della personalità .
Ripensando alla mia infanzia di primo acchito mi sono venute in mente alcune immagini: i labirinti, i LEGO e i videogiochi.
Fin dalle elementari ero affascinato dalla figura del labirinto, che consideravo un aggrovigliarsi così meravigliosamente caotico ma allo stesso tempo ordinato di strade e percorsi, divertente nella sua stesura su carta, per i ragionamenti di sviluppo possibili, e nella risoluzione con gli amici.
Con il passare del tempo queste semplici mappe del tesoro si sono sempre più complicate e perfezionate nel loro meccanismo risolutivo, fino ad arrivare all’ultimo che abbia fino ad ora disegnato, che risale all’ultimo anno di superiori. La figura del labirinto è rimasta impressa in me in maniera tanto evidente che è stata proprio su di essa che ho basato la mia tesina di maturità .
Tre aggettivi che lo possono descrivere sono complesso, tortuoso, ragionato. Descrivendolo invece con uno dei tre aggettivi dello studio preliminare lo definirei controllato.
I LEGO sono stati uno dei giochi più importanti nella mia vita come in quella di molti ragazzi degli anni 80-90, che passavano interi pomeriggi montando e smontando da soli o con gli amici castelli, stazioni di polizia, navi pirata, stazioni ferroviarie, astronavi, ecc. , mescolando pezzi di scatole diversi tutti insieme.
Per me non era importante seguire le istruzioni dopo il primo montaggio del progetto originale, anzi mi sentivo quasi in obbligo di prendere pezzi singoli o blocchi interi per migliorare un altro progetto già esistente o di mia invenzione.
Tre aggettivi che lo possono descrivere sono attivo, vivace, creativo. Descrivendolo invece con uno dei tre aggettivi dello studio preliminare lo definirei reale.
Il primo videogioco che abbia mai provato non è stato un gioco per computer, ma un cosiddetto “gioco da barâ€: Puzzle Bubble. Ci giocai la prima volta all’albergo dove stavo con i miei genitori durante le vacanze di Natale in montagna. Mi ricordo ancora la mia gioia quando, una volta tornato dalle piste da sci, mi permettevano una partita con questo giochino tanto divertente, che per me significava proprio la perfetta conclusione di una splendida giornata.
Oltre ad essere un gioco apprezzabile di logica e precisione, quello che ancora oggi non riesco a dimenticare è la musica di gioco, così allegra e spensierata e sempre più incalzante man mano che la situazione si fa più complicata.
Tre aggettivi che lo possono descrivere sono allegro, spensierato, diretto. Descrivendolo invece con uno dei tre aggettivi dello studio preliminare lo definirei veritiero.
Le riflessioni appena svolte sono state dunque effettuate su elementi che sono alla base di ciò che sono, sono cioè una parte della base e della struttura portante del mio modo di essere, della mia visione del mondo e del mio modo di ragionare. Dati dunque nuovi elementi questi saranno la calce che li terrà assieme, che li legherà , che ne definirà i rapporti. Questi nuovi elementi sono, come spiegato prima, i “grandi eventi della vitaâ€, successivi a quelli dell’infanzia, che ci caratterizzano ma che non costituiscono la base primaria della personalità di un individuo.
Ripensando agli ultimi mesi mi è tornato subito alla memoria il capodanno passato a Roma, durante il quale, oltre ai tradizionali festeggiamenti, ho avuto modo di visitare per la prima volta Roma. Questa visita è stata resa ancor più interessante dal fatto che giusto l’anno prima mi erano state presentate durante il corso di Storia dell’Architettura 1 molti degli edifici che caratterizzano e simboleggiano Roma. Tra questi in particolare, sia dai testi che dal vivo, sono rimasto colpito da due architetture: San Pietro in Montorio e Sant’Ivo alla Sapienza.
Considerando gli elementi che le caratterizzano ho trovato alcuni aspetti che potrebbero essere utili nell’elaborazione del progetto.
Il complesso è curvo e dunque permette la massima visibilità interno-esterno, ma grazie alla scansione verticale data dal colonnato la vista esterno-interno risulta essere parzialmente schermata.
La pianta sembra convergere al centro della cupola, come se ci fosse una fuga prospettica.
La spirale tende all'infinito in un moto convergente simile alla fuga prospettica.
Infine vorrei aggiungere anche l'esplicitazione delle forze compositive del lavoro eseguito per la prima esercitazione, il cui obiettivo era quello di darci un possibile catalizzatore per il progetto. Nonostante abbia poi deciso di usare una altro catalizzatore alcune logiche di questo lavoro sono rimaste sottese nello sviluppo successivo.
Elemento portante ed armonicizzante di questo lavoro è la linea spiraliforme centrale lungo la quale si sviluppa la successione dei moduli.
Punti di Vista
Dato un determinato punto di vista, si effettua uno studio delle sensazioni e dei particolari che si notano in relazione alle nostre impressioni di memoria.
Studio - persona seduta al tavolo rivolta verso la finestra esterna. E' tutto messo in mostra, è tutto veritiero: la vista è libera panoramica, mi permette di vedere il mondo; entra una luce copiosa dalla parete a me di fronte ma, schermata, non incide sulla mia lettura.
Ingresso - persona in piedi al centro dello spazio aperto e proveniente dall'ingresso. E' uno spazio libero ma controllato: di fronte la vista è chiusa da un'alta parete che digrada verso gli altri lati di questo spazio, che mi avvolgono lateralmente e superiormente senza chiudermi.
Zona superiore - persona sdraiata ma inclinata leggermente in avanti verso il lago. E' tutto reale, tutto ciò che vedo non è altro che il mondo circostante: non vi è ostacolo, nulla impedisce la mia vista, anche la strada percorsa per arrivare qui è quasi trasparente.
Elaborazione
Dati dunque tutti questi elementi se ne possono trarre delle logiche di modifica e connessione per il progetto.
Elaborata così una forma più complessa dello schema volumetrico, ora lo si può ridefinire tramite le regole deducibili dagli elementi della mia memoria.
Partendo dallo stesso paradigma indiziario e dallo stesso catalizzatore ed usando le stesse regole di trasformazione posso generare un numero infinito di scenari possibili.
