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NIHIL


1° Passo - 1,61803398874989484820458683436563811772030917980576286213544862270...




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Tentativo di armonizzazione di un cubo, i cui rapporti fra lati erano 3:4:5. Utilizzo del rapporto aureo. Ho tentato di sviscerarlo e nel contempo di modellare, di frammentare il guscio esterno. Il risultato non mi ha del tutto soddisfatto... e le trasformazioni erano, pur mantenendo quel rapporto aureo sopra citato, principalmente dettate dalla casualità.



2° Passo - Dipinti?





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Il mio commento, in seguito alla richiesta di trovare nessi e correlazioni fra essi, fu questo:
"L'infinito è solo un'aspirazione in un contesto di limitazione. Si rifugge un mondo in cui non ritroviamo una nostra etica, fatto di materia e misure, e si genera in un contesto di metamorfosi dualistica la tendenza al sogno, alla fuga, a dimensioni ben modellate, plasmate dall'Io che vi si riversa e le personalizza allo stesso modo in cui uno specchio irregolare può distorcere e confondere."
Non so quanto corretto in rapporto alla richiesta - probabilmente troppo analitico.



3° Passo - 3 Aggettivi 3





Selezione di tre testi che hanno avuto un'impronta più profonda di altri nel mio immaginario:



I knew that he had been lying awake ever since the first slight noise, when he had turned in the bed. His fears had been ever since growing upon him. He had been trying to fancy them causeless, but could not. He had been saying to himself - “It is nothing but the wind in the chimney - it is only a mouse crossing the floor,” or “it is merely a cricket which has made a single chirp.” Yes, he has been trying to comfort himself with these suppositions; but he had found all in vain. All in vain; because Death, in approaching him, had stalked with his black shadow before him, and enveloped the victim. And it was the mournful influence of the unperceived shadow that caused him to feel - although he neither saw nor heard - to feel the presence of my head within the room.

Edgar Allan Poe, The Tell-Tale Heart



A pill to make you numb
A pill to make you dumb
A pill to make you anybody else
But all the drugs in this world
Won't save her from herself

Her mouth was an empty cut
And she was waiting to fall

Brian Hugh Warner, Coma White



E dietro il Soldato Ferito vennero due Tasso, che camminavano fianco a fianco. Cinturone, pantaloni dell'Armata Rossa, camicetta, capelli lunghi. La figura familiare, che aveva visto solo pochi minuti prima. Seduta sul sedile pressurizzato della navicella. Due figure magre e silenziose, identiche. Erano vicinissime. [...] Le dita di Hendricks si strinsero sul grilletto con un movimento meccanico. [...]
I due Tasso si dissolsero. Ma già un nuovo gruppo lo stava fissando dalla collina, cinque o sei Tasso, tutte uguali, una fila di Tasso che si avvicinavano rapidamente a lui.
Era stato lui a darle la navicella e a rivelarle il segnale di riconoscimento. Per colpa sua, lei si stava dirigendo sulla Luna, verso la Base Luna. Lui aveva reso possibile tutto questo.
Aveva avuto ragione riguardo alla bomba, dopo tutto. Il modello Tasso era stato progettato con la piena conoscenza del modello David e del Modello Soldato Ferito. E il Modello Klaus. Non progettato da esseri umani. Ma da una delle fabbriche sotterranee, lontano da ogni contatto umano.
La fila di Tasso lo raggiunse. Hendricks si fece coraggio, guardandoli con calma. Quel volto familiare, il cinturone, la camicia pesante, la bomba esattamente al suo posto.
La bomba...
Quando i Tasso gli furono addosso, un ultimo pensiero ironico passò per la mente di Hendricks. Quel pensiero lo fece sentire meglio. La bomba. Costruita dal Modello Due per distruggere gli altri modelli. Costruita per quell'unico scopo.
Stavano già cominciando a progettare armi per distruggersi l'un l'altro.

Philip K. Dick, Modello Due



Vuoto - Meccanico - Invisibile



Relativamente ai dipinti di cui sopra:

Invisibile è la sacra presenza, che si manifesta solo nelle volontà e tensioni dei personaggi.
Meccanico e calcolatore appare lo sguardo realista del clone, mentre l'ombra sul volto dell'ingenuità indica dubbi più che gioia inconsapevole.
Vuoto sembra lo spazio aldisotto, lo specchio d'acqua che nulla fa intendere se non ciò che già è visto.



4° Passo - Lecco più Lecco di prima: come?





Ricerchiamo nella città dei dettagli - o meglio delle caratteristiche, dei "come" le parti si comportano in relazione all'insieme; caratteristiche, queste, che richiamano i nostri aggettivi, affinché Lecco sia più vuota, meccanica e invisibile potenziando nel contempo la sua identità.


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Cercando di fissare nella mente il "come". Come irrompe l'edificio nella strada? Come termina verso l'alto lo spazio dedicato all'ingresso? Come si relazionano i piani, e pure alcuni elementi minori, in facciata?


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Continuando nel tentativo. In che maniera la forma ben definita del campanile si ricollega al resto della città? Come termina orizzontalmente e verticalmente l'edificio? In che modo la pelle della struttura si definisce?



A questo punto, potremmo tentare di dedurre direttamente da qui le logiche di trasformazione dei particolari:


- L'edificio irrompe nella strada in modo meccanico - sovrapposizione di forme solide (parallelepipedi) in modo da ottenere una scalettatura aggettante, la cui parte superiore è ulteriormente suddivisa in parti (rapporto 1:1 fra fra l'aggetto e l'estensione orizzontale, rapporto 2:1 fra zona sovrastante e zona sottostante)

- Lo spazio dedicato all'ingresso termina in modo invisibile - la lastra che lo ricopre, oltre a essere trasparente (il che accentua l'effetto complessivo) è sospesa grazie a due soli cavi (rapporto aureo fra lunghezza della lastra in aggetto e distanza della lastra dall'ancoraggio del cavo alla parete)

- I piani e gli elementi minori si relazionano fra loro in modo vuoto - Fra i piani, c'è una grande striscia profonda di partizione; all'interno dei piani stessi, elementi aggettanti e giochi di ritiri volumetrici in corrispondenza di elementi chiave (finestre ecc.) contribuiscono a svuotare la massa.

- La forma del campanile si collega al contesto in modo invisibile - non si intuisce il collegamento, viene a mancare anche nell'immaginario, e questo da ogni lato; solo quando ci si avvicina di molto si può comprendere il meccanismo di "aggancio" alla città

- L'edificio termina in modo vuoto - esso è letteralmente "svuotato" di una sua parte, come tranciato di netto; tuttavia, non è svuotato completamente, mantiene ancora delle "viscere" che sembrano diradarsi con la distanza. Il rapporto fra intero e tranciato non è aureo, ma in una futura operazione utilizzando la suddetta logica potrebbe essere possibile applicarlo.

- La pelle della struttura si definisce in modo meccanico - tramite i graffi orizzontali, qui disposti in maniera non ordinata, ma potremmo supporre che i rapporti fra gli spazi siano 1 - 1,618 - 1 - 1,618 - 1,618 , o loro varianti, e che la serie si ripeta.


4° Passo (e mezzo) - Catalizzatore.




Catalizzatore



La "Madonna" di Munch. Non esige commenti.



5° Passo - Paradigmi & Spazi




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Paradigma indiziario: utilizzo del catalizzatore; connessioni ben connotate fra eventi.


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Paradigma organizzativo: incremento di complessità.


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Ipotesi di suddivisione spaziale e funzionale degli ambienti.



6° Passo - Ricordi




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È molto probabile che questa icona occupi una gran fetta della memoria giovanile della maggior parte dei ragazzi d'oggi; e quale migliore connessione a un comportamento meccanico? Potremmo chiedere: come le parti, i singoli pezzi, si relazionano fra loro? Incastri geometricamente perfetti. Davvero meccanico, in una parola. Da qui l'esigenza di forme definite precisamente, di geometrie lineari, di angoli e spigoli.


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Una figura fortissimamente impressa nei miei giovani sensi fu quella del ninja, che in quest'epoca è stata decisamente mistificata e a suo modo svalutata. Ma l'ho valutata proprio secondo quei criteri svilenti, ai tempi. Non me ne pento, ma bisogna toccare terra; non farlo può essere molto pericoloso. Ora di quelle impressioni resta forse più un'idea di libertà e padronanza del corpo, ma allora ciò che colpiva in maniera fantastica era l'invisibilità attribuita a questa figura. Un modo d'essere invisibile che mette in guardia, che fa socchiudere gli occhi nel buoi cercando qualcosa, che può essere ovunque. Non la paura del buio, ma una vigilanza, un desiderio di vedere chiaramente per essere pronti. Questa stessa tensione dovrebbe essere impressa in ciò che qui produco, una volontà di protendersi, di cercare e esplorare ciò che è ancora celato a pochi passi da noi.


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Sì, da piccolo leggevo Poe. Mi appassionai con lui al macabro e al grotesque, e soprattutto a quel genere letterario che sono i racconti brevi, che condensano emozioni in poche pagine. I suoi racconti vertono quasi sempre sulle follie dell'anima, ma non mancano momenti come nel celeberrimo "Il pozzo e il pendolo" in cui è l'ambiente a giocare un grande ruolo. E qui entra in scena il vuoto: i pozzi, per l'appunto. Il vuoto è la minaccia, la tortura e la morte, tutto in uno. È un vuoto che disorienta, che lascia scossi i sensi, che dà vertigini. Il vuoto è rimasto un elemento piuttosto inquieto, nella mia testa.



7° Passo - Gli occhi della mente




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Ovvero, dove ho immaginato l'applicazione delle logiche di trasformazione.
Al punto I ho voluto applicare una logica di trasformazione inerente il meccanico, attenendomi al paradigma; in particolare, ho utilizzato la sovrapposizione di parallelepipedi (cfr. 4° Passo) per connettere gli ambienti Camera e Studio, passando per il Bagno e coinvolgendo anch'esso nella trasformazione.
Al punto II ho applicato la seconda logica inerente il meccanico, facendo ricadere sulla finestra dei "graffi" dall'alto. Graffi, questi, che proseguono sulla copertura sino a intersecare obliquamente il lucernario.
Il punto III riguarda per l'appunto il lucernario oblungo; ho pensato di celarne la base in riferimento al comportamento del campanile con la città. Ho quindi ribassato la base del lucernario, così che esso sembri sbucare da un vuoto indistinto.



8° Passo - Principi Di Risultato?




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La locazione più significativa è quasi senza dubbio quella sul lungolago. Lecco è fortemente caratterizzata dalla relazione fra città, montagne e acqua. È la sua peculiarità, la sua firma, un biglietto da visita. Quindi posizionarvi l'edificio può significare cercare di inserire questo nuovo pezzo di Lecco nel suo "habitat naturale".


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