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Giardino meraviglioso

Riferimento

Il bene e il male by Vito Montalbò

Dalle fitte nebbie di antiche albe ormai spente, li da dove giungono sovrapposti, echi di mille tormenti, e la temporalità è solo figlia del non essere, con monumentale, tetra fierezza, l’oscuro cavaliere appare con il suo fiero ghigno, sinistra luce che par riflettere le ombre. Non nitidezza, ciò che contorna la sua figura, ma solo deliranti sensazioni,che, lasciando precise tracce, svaniscono diradando, mentre il suo solenne e lento incedere, semina per la via, gli spinosi semi dell’angoscia. Granitico blocco dagli occhi di fuoco, pare in groppa al suo destriero dinero bardato, possente e fido compagno, che dalle grandi nari, sprigiona getti di fumosa rabbia. I suoi finimenti, destano sinistra meraviglia, una sequenza di epiche battaglie, sono incise, immortalate nel cuoio da abili artisti, narratori in rilievo di lontani ricordi. Un irreale silenzio ambascia il suo sopraggiungere, è il distorto ronzìo di uno strano tacere, o il pessimista vaticinio, che lontane sibille fan giungere, filtrato dall’alone di un denso fumo, che par venire dal crogiolo dei lamenti di tutte le epoche?Non ci sono perché a scuotere la sua mente, nel suo mondo, il rimorso è un male che non gli appartiene, un cibo melmoso dal sapore di fiele,che fiacca le membra, lasciando spazio a quella odiata voce, che, giungendo da dentro se stesso, lo fa cadere in preda al terrore. Un improvviso senso di inquietudine, gli fa emettere un grugnito di consapevole disappunto e, bloccare il suo incedere, per meglio focalizzare uno spicchio di orizzonte dove, l’apparire di un candido bagliore, è premonitore messaggero di una sfida che si rinnova da sempre. Quando la distanza è tale da permettere al guardare, una attenta ed indagatrice visione, la figura di un bianco cavaliere, che incanta lo sguardo, veste di concretezza l’aleatorietà dei suoi timori. Luce che abbaglia, circonda altra luce, occhi d’acquamarina paiono finestre che si affacciano su vaste distese di serenità, dove le mani del vento arpeggiano raggi di sole, spandendo nell’aria nenie d’incanto, che mestizie e timori abbattono, con la potente forza della scintilla degli inizi. Non freddo metallo, l’armatura che lo carezza, ma impenetrabile tessuto,intrecciato dai leggendari telai degli angeli delle aurore, con i solidi fili degli eterni amori. Sembra quasi evanescente il suo scudo, fedele amico, che nulla scalfisce, dove il leggendario fabbro, a contorno di immemori imprese di vecchie epopee, annunciati trionfi su di un male che resa non concepisce, sia riuscito ad incidere, perfino la purezza dei nobili sentimenti. Il suo candido amico, con fiero nitrito, arresta nei pressi del suo opposto,il passo leggero, che la terra par solo sfiorare. Frontali opposti sentimenti, sono ora i loro incarnati simbolismi, fedeli rappresentanti di un eterno dualismo. Un occulto segnale, che par pervenire dall’intero semiarco, che costituisce la via del sole, sprona l’inizio della contesa. Intensi momenti di piccole eternità, assistono a colpi non risparmiati, e vibrati con forza propria, ma che non sfuggono alla volontà di un destino che ha già deciso. Bagliori di luce e spicchi di tenebra, si spandono nell’aria, ognuno cercando di assorbire l’altro, donando intensa magia al terribile agone, la cui visione è preclusa all’umano guardare, perché non di sua comprensione è l’atto rappresentato, che si ripete sin da quando, la prima scissione ha frantumato l’unità. La luce sconfigge il buio, è una legge la cui universalità è stata sancita da colui che è preesistenza, il cui alito di infinito amore, ha acceso la fiamma degli inizi, trasformando il nulla in sterminato splendore, anche se, queste battaglie conosceranno tante repliche, sino a quella finale, quando l’ultimo bagliore, universale fusione di tutto ciò che è purezza, cancellerà per sempre l’oscurità, andando a sedersi sul trono dell’eternità.



In questa poesia si parla della lotta bene contro male. Alla fine la vittoria è del bene e il male sopperisce.
Ho quindi reinterpretato creando un percorso per il male e uno per il bene, però l'ultima architettura del percorso "male" non ha una via d'uscita, si è costretti a tornare indietro e intraprendere il percorso "bene", che ha una via d'uscita chiara.

Contesto


Parco nel cuore di manhattan


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Eventi architettonici




MALE

Tutti gli eventi appartenenti al percorso del male hanno come unità di misura il 666 e i suoi multipli. Il 666 è sempre stato interpretato come numero del diavolo e quindi del male. Tutti gli eventi partono dal cubo o dal quadrato.


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Questo è il primo evento del percorso "male". E' l'entrata , molto fitta, ottenuta a partire da un cubo (66,6*66,6) a cui sono state sottratte delle parti (lato 6,6u) e a queste parti successivamente è stato dato un carattere più deciso e naturale grazie a una serie di trasformazioni successive.



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Il secondo evento è un passaggio coperto dal carattere tetro e cupo, con la luce che entra sinistra al di sotto della copertura. E' molto misterioso e trasmette un senso di angoscia in quanto il percorso diventa complicato e sempre più sconosciuto. Ottenuto a partire da una superficie quadrata e modificata grazie agli script, al fine di ottenere il carattere desiderato, che alla fine risulta deciso, per le sporgenze in entrata ben definite e anche naturale, in quanto l'ambiente ricorda quello di una grotta.
Script usati:
zz=zz+Sin(i+10)*Cos(j+10)
If i = 0 Then zz = 0
If i = 19 Then zz = 0
If j = 19 And i = 9 Then zz = stal
If j = 19 And i = 3 Then zz = stal
If j = 19 And i = 6 Then zz = stal
If j = 19 And i = 12 Then zz = stal
If j = 19 And i = 15 Then zz = stal
If j = 19 And i = 16 Then zz = stal


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L'evento finale una architettura chiusa, permette al visitatore di entrarci, ma non vi è uscita. Il percorso finisce lì, al buio, nelle tenebre, con piccoli spiragli di luce che entrano attraverso le profonde aperture che però creano un senso di inquietudine e quasi terrore. Creato sempre partendo da un cubo, con i muri molto profondi e massicci, forati in modo deciso. La foratura nel tetto lascia entrare la luce che però a causa dell'inclinazione delle pareti non raggiungerà mai il suolo e quindi non illuminerà mai il visitatore. Successivamente trasformato attraverso una serie di rastremazioni che rendono l'architettura più naturale e contorta.

Il visitatore è costretto a tornare indietro e a intraprendere la strada del "bene"






BENE

Tutti gli eventi appartenenti al percorso del male hanno come unità di misura il 3 numero e i suoi multipli. Il 3 è sempre stato interpretato come numero positivo e buono. Tutti gli eventi partono dalla sfera a da circonferenze.


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Questa è l'entrata del "bene". Si è accecati da un bagliore che non lascia intravedere il proseguo del percorso, però fa pensare in bene, in quanto luminoso e non tetro tenebroso. L'entrata è molto ampia, mentre l'uscita è più stretta, perchè non a tutti è permesso entrarci. E' coperto a differenza dell'entrata del "male" e questo rassicura ancor più il visitatore. Ottenuto utilizzando circonferenze e archi di circonferenze. Le forme sono molto sincere, perchè chiare e distinguibili, e i fori sono naturali e decisi, non hanno esitazioni.




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Il secondo evento architettonico è chiaro, non misterioso come nel male, e ben visibile, sincero. Si capisce che una volta arrivati su, tutto sarà chiaro. Prima però c'è da fare una leggera salita, sforzo necessario per poi godere del panorama. La discesa dopo la vista è decisa e giocosa, prima uno scivolo molto ripido e poi due grandi salti che portano veloci alla fine del cammino. L'architettura è fatta attraverso l'uso di script che danno alla superficie un carattere molto naturale, il pendio di salita, molto dolce e poco impattante, sembra quasi sempre esistito, così come la parte della discesa che non può non essere così.
Script usati:
If j=19 Then yy=57
If i=19 Then xx=-138
If i=18 Then xx=-118
If i=18 Then zz=3
If i=19 Then zz=0
'If i=0 Then xx=38 And zz=10
If i=10 And j=j Then xx=i+20
If i=11 And j=j Then xx=i+20




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La fine del percorso è sincera. L'entrata è facilmente distinguibile, così come l'uscita immediatamente difronte. L'entrata è molto piccola, perchè in pochi arriveranno alla fine del percorso e l'entrata all'architettura finale è fatta una persona per volta, che potrà godere del cielo e della luce. Tra l'entrata e l'uscita infatti, si è colpiti dalla grandissima quantità di luce che entra dall'enorme foro fatto sul tetto, che illumina il visitatore, accecandolo. Lì il visitatore rimane col naso all'insù a contemplare il cielo, unica cosa visibile.
L'architettura nasce da una sfera, bucata in modo sincero e deciso da oggetti cilidrici in modo da creare il foro sul tetto e l'entrata e l'uscita. Successivamente la sfera è stata aperta nella parte superiore, per raggiungere un carattere più naturale e per mettere in evidenza il foro sul tetto.





Fotoinserimenti


Il contesto di riferimento è un parco nel cuore di Manhattan.


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