Giacomo_Albensi_2
GIACOMO ALBENSI
Appena il mio sguardo incrocia il dipinto quattro sono gli elementi che rapiscono la mia attenzione
- La coda del serpente che si avvinghia avara all'albero della conoscenza
- L'angelo con la spada che oltre a "minacciare" Adamo crea una direzione che fa concentrare lo sguardo sulle espressione tragica dei cacciati.
- Il bracio di Adamo cacciato che sembra rifiutare l'eden
- Albero secco in contrapposizione all'albero rigoglioso, presagio del loro futuro.
I due episodi sono separati dall'albero del bene e del male, attorno al quale si avvolge il serpente che tende il frutto proibito a Eva, che contro l'ordine del Signore lo prenderà per mangiarlo e offrirlo anche al suo compagno. Dall'altra parte del riquadro i progenitori, cacciati da un angelo con la spada sguainata, si allontanano dal Paradiso terrestre, dolenti e curvi sotto il peso del rimorso per il peccato commesso.
Chi guarda la scena dipinta avverte che la vita verso la quale si dirigono Adamo ed Eva, decidendo di mangiare il frutto proibito, è piena di aspettative entusiasmanti, e partecipa con loro a questo entusiasmo, immediatamente frenato, però, dalla scena accanto, quella della Cacciata, con l’angelo armato di spada che impone ai due di allontanarsi dal Giardino in modo minaccioso, contravvenendo alle aspettative e trasformando il passaggio alla vita in una prova crudele. Chi assiste all’episodio avverte allora una sensazione di ingiustizia, perché non se la sente a sua volta di condannare i suoi progenitori, sottoposti alla crudeltà e alla determinazione di un angelo che non concede loro (e nemmeno a noi) un attimo di riflessione, dopo un gesto compiuto come una necessità , di cui sembra che l’uomo non possa fare a meno per essere tale. In fondo, ci insegna l’artista, Dio aveva creato tutte le condizioni perché l’uomo e la donna fossero attratti dalla vita reale e l’episodio del Peccato perde di colpevolezza, poiché, anziché biasimarli, siamo indotti ad essere loro quasi grati per aver avuto il coraggio di affrontare una sfida del genere.
Quel che è certo, è lo sconvolgimento che segue l’episodio del Peccato: la violenta scena della Cacciata, che ci mostra l’angelo attero e crudele che arriva a toccare il collo di Adamo con la punta dell’arma, mentre i volti e i gesti dei due peccatori esprimono sorpresa e terrore per la reazione del Signore, più che il senso di vergogna che vuole la tradizione.
Nella versione della Sistina, Adamo ed Eva, invece, sono sorpresi dall’angelo della Cacciata nella loro nudità , che rimane dignitosa e visibile anche dopo il Peccato, e la dinamica della scena, con Adamo che quasi scaccia da sé l’immagine dell’angelo, facendosi schermo con le mani ed Eva che si protegge all’ombra del suo uomo, non trasmette meschinità e vergogna, bensì tutta la tragicità eroica di chi è improvvisamente senza difese, di chi si rende conto che il Dio-padre non si occupa più di loro, nel bene o nel male, poiché ha addirittura delegato un vicario per manifestare la sua condanna senza appello: li lascia soli nel salto verso la vita, verso quel brulicare di gesti, di sentimenti e di passioni che sono rappresentati nei tre riquadri successivi della volta della Sistina, dove, alla solennità e al silenzio delle prime scene della Genesi, si sostituisce una frenesia di situazioni e di corpi, il caos della vita, del bene e del male.
1)Coda del serpente=immutabilità è l'elemento centrale della scena divide il passato dal presente rimane radicato al passato e non viene interessato al cambiamento.
2)L'angelo con la spada=fermezza Per Michelangelo simboleggia la delusione di Dio che fa intervenire un sottoposto e lo stesso tempo crea un movimento dinamico che indica il destino dei due peccatori.
3)Le braccia di Adamo=Rifiuto Rappresenta lo stupore e allo stesso tempo la superbia dei due peccatori che non si aspettano.
4)Albero secco=Destino è un elemento marginale della scena, si mimetizza nella scena grazie al parallelismo con i movemnti di Adamo ed Eva prima del peccato. Simboleggia un presagio.
La sceltà è ricaduta su di un isolotto immerso nella nebbia tra i meravigliosi fiordi della Norvegia del Nord
Ho scelto New York simbolo americano del progresso e del capitalismo e in particolare il luogo dove sorgevano le due torri gemelle Ground Zero dove inserire il mio IRTAL
Il catalizzatore o meglio i catalizzatori sono gli "Indiani d'America" e in particolare quelle particolarità e quegli oggetti legati alla loro cultura e alla loro religione come il totem, la tenda, l'acchiappasogni e la corona di penne dei Crow
Dall'acchiappasogni catturo la forma circolare con una geometria interna complessa e articolata mentre guardando il totem immagino un edificio in verticalità con elementi aggettanti, generati brutti per proiettare paura ed infine la corona di penne simbolo di regale semplicità , allo stesso tempo una intricata tesstitura di piume e una semplice resa alla vista, simbolo della religione indiana e in qualche senso oggetto che suscità stupore, era considerato dai colonizzatori un'oggetto maledetto.
Come catalizzatore per lo scenario naturale ho scelto il Petauro dello Zucchero poiché ho una passione per gli animali Arboricoli
Particolare caratteristica di questo animale è che la lunghezza della sola coda arriva alla stessa lunghezza del corpo se non a superarla cosiccome il mio edificio avrà due parti esattamente della stessa lunghezza ma di diversa lunghezza.
La mia facciata sarà non simmetrica perché le orecchie generano un movimento separato l'una dall'altra creando una dissimetria al volto.
Anche questi piccoli animali come noi esseri umani posseggono le impronte digitali che li contraddistinguono l'uno dall'altro, non sono mai uguali.
Infine la caratterstica più evidente è il patagio (la parte di membrana compresa tra le zampe anteriori e le zampe posteriori) caratteristico durante le planate che possono arrivare anche a 45 metri e che tiene in collegamento due parti del corpo all'apparenza separate.
