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Eden locked

« In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. »

La creazione del mondo e dell'uomo


Se ti guardi attorno con attenzione, rimani incantato davanti alle meraviglie della natura:fiori, alberi, animali...
Quante creature!Quanti colori in un tramonto o nell'arcobaleno!e poi ci sono i fiumi e le montagne.C'è la pioggia e c'è la neve.Ci sono le nuvole e c'è il mare.

Se guardi il cielo in una notte serena, scoprirai migliaia di puntini luminosi: le stelle. E poi c’è una creatura meravigliosa: l’uomo, questo essere libero e intelligente che appare come il re di tutto il creato.

Ogni creatura ha una sua storia, segue un programma, obbedisce a certe leggi. Perché tutto questo? Il mondo è sempre stato così?

Chi ha fatto tutte queste meraviglie? Gli scienziati hanno cercato di dare delle risposte a queste domande, ma la scienza può al massimo descrivere le creature, può scoprire alcune leggi che regolano l’universo, ma per capire il perché della creazione occorre leggere un libro.

La Bibbia è il libro dove Dio racconta, attraverso alcuni fatti, la storia di tutto il creato dall’origine alla fine dei tempi. In questo libro, che è il più importante del mondo, c’è scritta la storia di tutti gli uomini, e anche la tua storia.

Tanti e tanti millenni fa, all’inizio dei tempi, non c’era vita sulla terra. Tutto era informe e le tenebre ricoprivano ogni cosa; solo Dio esisteva.

Un giorno Dio volle creare la vita, il giorno e la notte, l’uomo e gli animali.

Così disse: ”Sia luce.”

E la luce fu. Nacquero il giorno e la notte e le tenebre cessarono di dominare il mondo.

All’indomani Dio separò l’aria dalla terra e da quel momento il cielo coprì come una grande cupola tutte le cose.

Venne il terzo giorno, quando Dio ordinò alle acque di raccogliersi in un solo luogo; così si formarono il mare e la terra, e la terra fu ricoperta di piante e germogli da cui sarebbero nate altre piante per ricoprire tutto di alberi e fiori.

Il quarto giorno Dio disse: “Ci siano luci nel cielo per distinguere il giorno dalla notte, per scandire gli anni, le stagioni e i giorni.”
Nacquero così il sole, la luna e le stelle.

All’alba del quinto giorno non c’era ancora nessun essere vivente sulla terra e Dio ordinò: “le acque si riempiano di pesci e gli uccelli volino nel cielo.”

Così il mare si riempì di pesci grandi e piccoli che guizzavano nell’acqua e il cielo di uccelli dai colori stupendi.

Nel sesto giorno Dio volle che la terra si popolasse di tutte le specie di animali, di tutti i colori e di tutte le forme: bestiame, rettili e bestie selvatiche.

Dio guardò tutto quanto aveva creato e fu soddisfatto.

Poi disse: “Qualcuno coltiverà questa terra e dominerà i pesci del mare, gli uccelli del cielo e ogni essere vivente che su di essa si muove. Egli si chiamerà Adamo e somiglierà a me.”

Raccolse un pugno di polvere dal suolo, plasmò l’uomo e soffiando nelle sue narici gli comunicò la vita.

L’universo era finito: Dio aveva completato la sua opera e tutto era ordinato, bello e perfetto.

Egli consacrò quel giorno, il settimo, al riposo affinché tutti gli uomini avessero almeno un giorno alla settimana per riposarsi dal lavoro e dedicare i loro pensieri al Creatore.

Nella pianura dell’Eden Dio creò un meraviglioso giardino e lì pose Adamo. Nel giardino crescevano alberi bellissimi, tra cui l’Albero della vita e l’Albero della conoscenza del bene e del male; la terra era ricca e fiorente, irrigata dall’acqua dei fiumi.

Dio condusse poi davanti ad Adamo tutti gli animali che aveva creato, perché egli non fosse solo, ma Adamo non trovò nessuno che gli fosse simile. Allora Dio fece scendere su di lui il torpore e mentre dormiva gli tolse una costola: con essa fece una donna che vivesse con lui nel giardino.

Appena Adamo si svegliò guardò la nuova creatura e disse: “Questa è carne della mia carne e ossa delle mie ossa. Essa sarà mia compagna e mia sposa.”

Da quel giorno Adamo ed Eva vissero insieme amandosi e curando il bellissimo giardino ed ogni cosa che vi si trovava. Ogni giorno, sul far della sera, quando la brezza si alzava, Dio entrava nel giardino a dialogare con Adamo, la più perfetta tra le sue creature, quella a lui più cara: l’intesa tra l’uomo e Dio era perfetta, così come quella tra l’uomo e la donna e tra l’uomo e gli animali.

Dio aveva messo a disposizione di Adamo ed Eva ogni cosa: terra, acqua, animali che li aiutassero nelle fatiche, alberi belli da guardare e carichi di frutti buoni da mangiare. Solo un divieto pose loro: l’Albero della conoscenza del bene e del male.

“Potrete mangiare i frutti di tutti gli alberi del giardino, fuorché quelli dell’Albero della conoscenza del bene e del male: se lo farete ne morirete.”

Già a quel tempo, infatti, esistevano il bene e il male, anche se Adamo ed Eva ancora non lo sapevano.

Un giorno un serpente, il più astuto tra gli animali che vivevano nel giardino dell’Eden, si avvicinò ad Eva e le chiese: “E’ vero che Dio vi ha proibito di mangiare i frutti degli alberi del giardino?”

Eva, ingenuamente, rispose: “Possiamo mangiare i frutti di tutti gli alberi, tranne quelli dell’ Albero della conoscenza del bene e del male, altrimenti moriremo!”

E il serpente: “Non ne morirete affatto!Dio sa che se voi ne mangiaste diventereste sapienti e potenti come Lui, perciò ve lo ha proibito!”

Allora Eva guardò l’albero, vide che i suoi frutti parevano buoni da mangiare e pensò che sarebbe stato bello diventare saggi come Dio; così raccolse un frutto e lo assaggiò, poi ne porse un pezzetto ad Adamo ed anche egli ne mangiò.

Non appena lo ebbero fatto si guardarono, si accorsero di essere senza abiti e imbarazzati dalla loro nudità corsero a raccogliere foglie di fico per coprirsi. Per la prima volta provarono vergogna dei loro corpi e delle loro azioni.

Per evitare il giudizio di Dio si nascosero tra gli alberi, ma udirono comunque la voce di Lui che tuonava: “Adamo, dove sei?”

“Ti ho sentito arrivare e mi sono vergognato della mia nudità, perciò mi sono nascosto.”

“Anche prima eri nudo. Chi ti ha fatto sapere che lo sei? Hai forse mangiato i frutti dell’Albero che ti avevo comandato di non mangiare?”

La paura di morire colse Adamo e così rispose: “La donna che mi hai posto accanto mi ha dato il frutto e io l’ho mangiato.”

Ed Eva disse: “Il serpente mi ha ingannata e mi ha convinta a mangiarlo.”

Così Adamo ed Eva, per aver ascoltato la voce del serpente, furono cacciati dal giardino dell’Eden e la punizione di Dio fu terribile: da quel giorno conobbero la fatica, il dolore e persero il dono della vita in eterno. Vestiti da tuniche di pelle, abbandonarono il giardino e dovettero lavorare con fatica la terra che non era più verde e rigogliosa, ma secca ed erta di spini.

L’accordo tra Dio e uomo, tra uomo e uomo, tra uomo e animali in quel giorno si era spezzato.

La poesia della memoria


MATTINO di G. Ungaretti
Mi illumino d'immenso.

http://www.generativedesign.com/poesie/poesie_studenti2010%2041.swf(external link)

Si tratta di una delle poesie più famose e semplici di Ungaretti, fu scritta nel 1917 ed è sorprendente poiché con due sole parole il poeta riesce ad esprimere un concetto di dimensioni non misurabili.
La poesia si presenta formata da una strofa di due versi liberi ; da notare che l’ELISIONE fonde in un’unica pronuncia il soggetto con il verbo e l’allitterazione del fonema M che contribuisce ad amplificare l’idea dell’immensità.
Il titolo è molto importante poiché il poeta durante la guerra, una mattina viene come abbracciato da una luce molto forte e dunque anche da un calore molto forte proveniente dall’alto e che illumina lo spazio circostante, ma che soprattutto lo fa risplendere interiormente riuscendo così quasi a percepire la vastità immensa dell’infinito.
È un momento in cui il finito e l’infinito si uniscono quasi in un unico elemento: non esiste più niente intorno, solo una grande luce che gli origina un momento di intuizione nel quale egli si mette in contatto con l’assoluto , eliminando ciò che lo circonda e riflettendo soltanto sull’avvenimento.
Ungaretti dunque con questa poesia vuole quasi comunicare che l’uomo, pur in situazioni macabre, pur di fronte alle enormi distruzioni e agli enormi dolori che provoca la guerra , pur avendo scoperto la sua fragilità e la sua precarietà nella vita che gli è stata data è in grado di cogliere con una grandezza smisurata tutta l’immensità del suo mondo al quale si sente di appartenere.

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« Dio disse: "Sia la luce". E la luce fu. »
(Genesi 1,3)

Connessione poesia-immagine

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Prima immagine associata

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L'immagine volutamente sfuocata rappresenta una mia interpretazione immediatamente evocata dal concetto dell'Eden in cui evidenzio i quattro elementi per me fondamentali: un'ampia vallata, l'albero della conoscenza del bene e del male, ovattate nuvole immerse nel cielo azzurro.

Associazione immagine-aggettivi


Albero della conoscenza del bene e del male: vitreo
Valle: interminata
Cielo: profondissimo
Nuvole: interminate

Catalizzatore

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Il mio catalizzatore è una foglia di cui rappresento la parte centrale, pur non distaccandomi dalla sua struttura (es. attraverso le mie conoscenze riesco ad immaginare la forma completa, come finisce, come si attacca al ramo...).
Questa sarà la base del mio progetto, che si svilupperà utilizzando la foglia, il ramo ad essa collegato e l'albero collegato a quest'ultimo.

Paradigma indiziario

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Paradigma organizzativo

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Casa di Adamo:

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Maglia strutturale

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Griglia

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Interpretazione della griglia

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Controllo volumetrico

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Ipercubo


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Incremento di regole


- Successione di Fibonacci: utilizzando la successione ho creato una struttura lineare composta da 5 elementi su cui vengono innestate 3 eccezioni.

- Il grappolo d'uva: osservando gli acini e il loro rapporto all'interno del grappolo sono riuscita a delineare una struttura organizzativa maggiormente definita dal punto di vista degli angoli che si vengono a creare tra i diversi elementi.

- Rapporto aureo: grazie a questo rapporto ho differenziato le superfici, definendo un rapporto preciso tra opache e trasparenti.

Creazione degli elementi

La stella

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L'albero e il cespuglio

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La nuvola

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Masterplan

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La casa di Adamo

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Prospettiva

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Osservando il giardino nel punto di connessione con il mondo, campeggia in primo piano l'albero della conoscenza del bene e male dal quale scaturisce una spirale verde che mi accompagnerà lungo tutto il percorso e mi guiderà sulla retta via per il raggiungimento della casa di Adamo.

Punti di vista


-La casa di Adamo...interminata

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Osservando da un punto di vista molto vicino alla posizione della stella, l'unità abitativa appare come una sorta di sovrapposizione armonica di volumi interconnessi fra loro.

-La fronda dell'albero della conoscenza del bene e del male...vitreo

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-La nuvola... profondissima

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Sezione verticale

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Pianta

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Questa pianta rappresenta la struttura che è possibile ritrovare all'interno di tutto l'edificio.
In bianco viene evidenziato il collegamento verticale che permette l'accesso a tutte le aree dell'unità abitativa.
La parte grigia rappresenta un diaframma tra interno ed esterno mentre la parte rosa suddivisa ulteriormente in sottospazi sottolinea le zone abitabili.

Dettaglio tecnologico

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Questa porta è stata progettata attraverso i tre aggettivi e le regole intrinseche.

Il video


http://www.youtube.com/watch?v=kpVzRymkw9o(external link)


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