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Clara Moruzzi terzo progetto

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CATALIZZATORE e PARADIGMA INDIZIARIO
Giovanni Pascoli, La mia sera

Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
Che pace, la sera! Si

devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.

È, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube del giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.

Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Né io... e che voli, che gridi,
mia limpida sera!

Don... Don... E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! Bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.

L'immagine suscitata da quest'ultima strofa è quella di un gesto protettivo, un abbraccio ed è secondo me possibile associarla all'immagine di una campana che, se appoggiata, divide e proegge lo spazio quieto interno dall'esterno ma se alzata e mossa, rompe la quiete con un suono inaspettato.
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SIMILITUDINE


Primo Riferimento

“Per più di un secolo le case si stipano, si ammucchiano, crescono in altezza dentro quel bacino, come l'acqua in un serbatoio. Soprattutto si alzano, sovrapponendo un piano a un altro piano, accavallandosi le une sulle altre, sprizzando verso l'alto come ogni linfa compressa, facendo a gara per oltrepassare col capo le vicine, pur di avere un po' d'aria. Le vie diventano sempre più strette e incavate; ogni piazza si colma e scompare. Ma finalmente la case scavalcano il muro di Filippo Augusto e si sparpagliano allegramente per la pianura senza ordine né simmetria, come se fossero evase dal carcere.”
Victor Hugo,
Notre-Dame de Paris

Immagine: Lo sbocciare di un fiore

Secondo riferimento

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Egon Schiele, Donna seduta, 1917

Immagine: L'attesa nel momento di transizione tra giovinezza e maturità

Terzo riferimento

“Il tronco dell'albero non muta, muta a capriccio la vegetazione”
Victor Hugo
Notre-Dame de Paris

Immagine: L'albero

Questi riferimenti mi hanno fatto pensare all'integrazione tra naturale ed artificiale come un albero del quale si sviluppa dapprima il fusto che, solido e protetto, rappresenta gli spazi più intimi e riservati, vi è poi l'attesa, al tempo stesso quieta e bramosa, della crescita delle fronde le quali si sviluppano in maniera naturale, spontanea e dinamica, così come avviene lo sbocciare di un fiore quando il bulbo verde sembra non poterlo più contenere ed avviene l'esplosione del colore.

Similitudine:L'integrazione tra naturale ed artificiale è come un albero il cui tronco rappresenta gli spazi più riservati e protetti e le fonde gli spazi aperti: “il tronco resta immutato varia a capriccio la vegetazione” Victor Hugo.
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PARADIGMA ORGANIZZATIVO
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L'idea da cui sono partita è quella di inserire l'artificiale nel naturale secondo un principio di continutà e di integrare la progettazione del naturale con quella dell'artificiale perchè non restino due spazi distinti ma aspetti differenti di un unico progetto.

IPERCUBO
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REGOLA GEOMETRICA
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Per una successione armonica degli eventi ho utilizzato come regola matematica di partenza il Triangolo di Tartaglia.
I numeri che costituiscono le diagonali ascendenti della matrice triangolare sommati tra loro generano la successione di Fibonacci. Tale successione di numeri è alla base dello sviluppo di numerosi elementi naturali.
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Applicazione della regola geometrica per definire la collocazione e i rapporti dimensionale tra gli eventi che connotano naturale ed artificiale, ricercando un ritmo costante in cui le parti si connotano topologicamente una dentro l'altra(EURITMIA). "Ogni elemento è proporzionale alla somma dei due eventi precedenti"
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Ho evidenziato l'asse d SIMMETRIA che si ripete in maniera differente in pianta e alzato. L'angolo di inclinazione è definito dall'applicazione della successione numerica scelta come regola.
La definizione di una DIREZIONE evidenzia una lettura soggettiva delle regole applicate.

APPLICAZIONE DELLA REGOLA GEOMETRICA PER LO SVILUPPO DEL MELO
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APPLICAZIONE DELLA REGOLA GEOMETRICA PER LO SVILUPPO DELLA MANIGLIA
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TRASFOTMAZIONI

regola applicata:VOLUMI AGGETTANTI
risponde all'esigenza di ampliamento della spazio private e relizza l'aggettivo LIBERO.
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RIFERIMENTO: "Il Maxxi",il museo delle arti del XXI secolo di Zaha Hadid.

regola applicata: COPERTURA FORATA
risponde all'esigenza di illuminazione intensa e diretta in uno spazio comune e realizza l'aggettivo gli aggettivi VUOTO ed INTENSO
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RIFERIMENTO:"Centre of Nature Les Planes de Son
Lleida, Spain"



SEZIONE
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PIANTA
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PUNTO Di VISTA INTERNO
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APPLICAZIONE DELLE TRASFORMAZIONI
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PROSPETTIVA
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