Antonella Colistra 
Antonella Colistra 716813
Laboratorio di composizione architettonica generativa
Ing. Edile Architettura, Politecnico di Milano.
| PRIMO PROGETTO DEL CORSO |
sviluppo del progetto di una residenza
ESERCITAZIONE 1 DEL 6 MARZO
| RICHIESTA: operare progressive trasformazioni in un modello 3D di un cubo utilizzando il rapporto aureo (0,618). La richiesta base e' realizzare 7 bucature; Il carattere richiesto e' "armonico". L'armonia secondo me è data dalle relazioni che ogni componente di un corpo ha con tutti gli altri corpi di uno stesso oggetto o ambiente. Per questo ho praticato 7 fori della stessa forma scalando anche la larghezza dei fori secondo la successione di Fourier: ad esempio il primo foro ha larghezza 0,618 , il secondo ha larghezza 1, il terzo 1,618 e così via. | |
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ESERCITAZIONE 2 DEL 6 MARZO
| RICHIESTA:trasformare il modello realizzato precedentemente inserendo un elemento di connessione tra livelli differenti e definendo un'ulteriore carattere (aggettivo) che si stratifica sul precedente. L'unica trasformazione effettuata è stata quello dello spostamento, ho spostato i corpi ottenuti di una grandezza progressiva, datta sempre dalla serie di Fourier: ancora una volta il primo corpo è spostato di 0,618 il secondo di 1 e così via. Si sono così generati diversi livelli connettibili attraverso sistemi di collegamento come ad esempio una scala. | |
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ESERCITAZIONE: GIARDINO DELLE DELIZIE
| Indubbiamente il quadro è la visione della sorte umana nella concezione medioevale. La prima impressione che dà il quadro è la raffigurazione di un mondo ultraterreno, e mi permetto di usare questo termine perché ho riscontrato la coesistenza di elementi meramente terreni con elementi irreali. Tuttavia questi ultimi non sono oggetto della fantasia dell’artista, ma credo che derivino dalla trasformazione delle forme che la conoscenza umana acquisisce tramite l’esperienza. Il terzo pannello è nettamente differente e credo che l’autore abbia volutamente accentuato le differenze tra i primi due pannelli, dove i peccati rappresentati sono concreti perché manifestati attraverso le azioni, e l’ultimo che, rappresentando l’inferno e il male, mostra elementi contorti, probabilmente derivanti dall’inconscio umano. |
ESERCITAZIONE: BIBLIOTECA LAURENZIANA
| Ovviamente una scala oltre che ad un significato funzionale ha anche un significato ornamentale, e da questo punto di vista io credo che Michelangelo si sia soffermato sull’atto del salire. Nel corpo centrale della scala i gradini dalle forme armoniche e sinuose e i due solai intermedi invitano a percorrere lentamente la scala, mentre le balaustre dalle forme rigide e squadrate mi danno l’idea di un fermo ancoraggio. L’ultimo gradino non è legato al solaio del piano superiore, così da passare in un ambiente diverso terminando così l’atto del salire e tutti gli elementi a questo legati. |
CATALIZZATORE: DEFINIZIONE E STUDIO DEGLI EVENTI
| Ho scelto questo graffito di Picasso perchè risponde ai miei obiettivi iniziali: Equilibrio, Espressione, Armonia. | |
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RICERCA DELLE LOGICHE DI TRAFORMAZIONE
| Eccoci al momento più difficile della progettazione, cercare di trovare una logica assoluta capace di modificare oggetto secondo gli obiettivi prefissati. Sembrerebbe una magia ma in realtà basta trovare un metodo per operare e un po' di creatività . | |
| ESPRESSIONE | |
| L'espressione è un concettto astratto ma che nella realtà trova applicazione in molte discipline, soprattutto nelle arti. Nelle lingue di tutto il mondo l'espressione è qualcosa che viene comunicata da un singolo alla comunità , nelle arti l'espressionismo è un movimento che dall'interno dell'artista si precipita con impeto verso l'esterno, nella danza, così come nella scultura del corpo umano, l'espressione è data dalla tensione dei muscoli. Analizzando la mia premessa, ho trovato le caratteristiche che un'oggetto espressivo dovrebbe avere: Contrasto tra luce e ombra , perchè qualcosa di espressivo deve richiamare l'atenzione; Multidirezionalità (perchè l'espressione è un moto che dall'interno va verso l'esterno; Torsione ( ripreso dai muscoli di un ballerino per rappresentare il flusso istantaneo in ogni parte del corpo si muove verso l'esterno)Partendo da un volume semplice come una sfera allungata ( ma si può partire da qualsiasi forma ) ho effettuato delle trasformazioni di torsione, su tutto il corpo e su piccole parti, e multidirezionalità ottenendo il risultato rafigurato a sinistra. | |
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| ARMONIA | |
| Per lo sviluppo di una logica armonica sono partita dal concetto di armonia della natura, quella che si presenta negli atomi, nei nuclei per finire nelle galassie, ovvero la ripetizione della circolarità in tutti i sensi: negli oggetti tondi è facile lavorare perchè basta ruotare elementi circolari attorno al corpo seguendo una sorta di curva gaussiana esterna della stessa forma del corpo. Nel caso in cui si ha a che fare con oggetti spigolosi, che per necessità non è possibile ricondurli a forme più morbide, le rotazioni avvengono sul piano delle facce dal momento che se si attua una rotazione dell'intero oggetto su se stesso il risultato è eccessivamente spigoloso e per niente armonico. | |
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| EQUILIBRIO | |
| Traendo ispirazione dai sassi posati in equilibrio su una roccia ho sviluppato la seguente logica di trasformazione: individuare un'asse di equilibrio, disporre i corpi lungo l'asse. Secondo questa logica di trasformazione si interviene alla formazione di un nuovo elemento, ma se si vuole attuare una modifica o una trasformazione ad un corpo bisogna individuare un asse ( che può essere di qualsiasi forma ) e individuare dei punti di concentrazione ( nei quali il corpo si restringe) che ovviamente si troveranno sull'asse appena individuato. | |
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DETERMINAZIONE DI UN PUNTO DI VISTA
| La determinazione di un punto di vista serve per individuare le linee direzionali che solitamente si cercano nel contesto. Il vantaggio di trovare dei punti di vista in un contesto diverso sta nel rafforzare le caratteristiche e omogeneizzare gli obiettivi prefissati. E' per questo che ho scelto un'immagine che contiene tutti e tre gli aggettivi, e in questa ho individuato dei punti essenziali che in seguito ho messo in relazione con il punto di vista assoluto. Ho individuato così dei punti di stabilità (punti fissi che nel progetto corrispondono a la parte di casa che si trova sul terreno); punti di equilibrio ( intermedi nel progetto) e punti di tensione (parte più esterna che tende verso l'acqua). | |
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PRIMO INSERIMENTO DELL'EVENTO ARCHITETTONICO NEL CONTESTO
| Qui di fianco il primo inserimento del progetto. E' nato dalla sintesi tra lo schema organizzativo del paradigma e le trasformazioni che ogni evento richiedeva. I colori e la forma di alcune parti cercano di richiamare gli gli elementi presenti nel contesto in modo da creare un rapporto naturale/artificiale in parte di metamorfosi e in parte di distacco e quindi di incrementare l'identità del luogo. | |
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ELABORAZIONE DELL'ORGANICITA' DISTRIBUTIVA DEGLI SPAZI
| Nella partizione degli spazi interni ho cercato di mantenere la richiesta iniziale del docente: impostare il progetto come un percorso. Il percorso è ideale ed è strutturato attraverso gli aggettivi, dagli spazi pubblici a quelli sempre più privati fino ad arrivare ad un rapporto intimo e privato con la natura, è per questo che l'ultima stanza è chiamata stanza privata, destinata al relax, e al rapporto privato con la natura, manca di arredi, perchè è personale e ogni uomo ha il suo concetto di intimità .I materiali partono dal legno e pietra ( elementi naturali) passando per l'acciaio e vetro (elementi artificiali) ritornano ad essere quelli di prima. Questo percorso gerarchico consente di scoprire pian piano l'edificio per poi ritornare nella natura. Il percorso si effettua anche con la luce: le parti iniziali e finali sono caratterizzate da una penetrazione diffusa della luce, mentre nel corpo centrale l'involucro esterno dato dalle barre di acciaio sul vetro lasciano entrare fasci di luce e fasci di ombre alternati così come era richiesto dal docente. | |
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TRASFORMAZIONI DI SUPERFICI
| Composizione di funzioni matematiche applicate come trasformazioni dei parametri che realizzano il grafico di una superficie. Dopo aver trovato le funzioni che esprimono i miei tre aggettivi le ho unite, per addizione delle componenti, ottenendo il risultato illustrato a destra. | |
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ESERCITAZIONE LINGUA MADRE
| MASSIMA (dialetto calabrese): Chini cangia 'a via vecchia ppi la nova sa chillu ca lassa ma un sa chillu ca trova (Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa ciò che lascia ma non ciò che incontra). | |
| LINGUA MADRE (dialetto napoletano): criatura (bambino o bambina) |
| SECONDO PROGETTO DEL CORSO |
sviluppo del progetto di un asilo in un contesto fortemente urbanizzato.
| Il paradigma indiziario è uno strumento organizzativo, di controllo della nostra ipotesi progettuale che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi. "Il paradigma indiziario e' un'ipotesi soggettiva di organizzazione di possibili connessioni e organizzazioni di rapporti, non solo di elementi-richieste esistenti, ma sopratutto di quelli a venire, ancora sconosciuti e imprescrutabili. E' quindi una scommessa, una sfida. Il paradigma è uno strumento di controllo dell'evoluzione, in pratica, gli strumenti di controllo propri di un paradigma indiziario dovrebbero limitarsi al controllo di come procedere, come aggregare eventi, come trasformare possibilità e forme e non avere insite strutture che contengano già una risporta organizzata.''C. Soddu, E. Colabella, Il progetto ambientale di morfogenesi | |
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| Lo schema non si presenta come una planimetria ma, come lo studio che introdurrà definizione di una nuova struttura di controllo nella quale si avrà una maggiore flessibilità e adattività . La "regola" individuata mi permetterà di controllare ulteriore aumenti di complessità anche con spunti diversi e, di conseguenza, con intrecci differenti producendo così, di volta in volta, matrici organizzative sempre diverse e complesse. | |
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| A questo punto ho scelto di cambiare uno dei miei aggettivi iniziali, che erano i medesimi del primo progetto, in particolare ho scelto di sostituire espressivo con interagente, perchè mi sono accorta che in questo contesto l'espressione (da me intesa come movimento dall'interno all'esterno) risultava troppo dispersiva. A questo punto, attraverso il processo di adduzione ho associato alla parola | |
| INTERAZIONE diversi caratteri: | |
| - fluidità | |
| - dinamicità | |
| - deframmentazione delle parti e direzionalità , | |
| tuttavia le parti devono rimanere collegate, quindi aggiungo anche il termine attrazione. | |
| La realizzazione del primo scenario è un approccio di tipo sperimentale, nel quale si cerca di mantenere vive le relazioni e gli schemi logici dei paradigmi e allo stesso tempo di porre le basi per una successiva stratificazione di trasformazioni che andranno a determinare l'incremento di complessità . | |
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| Il cambiamento del contesto (da spazio aperto a spazio limitato) ha determinato delle trasformazioni nel progetto che lo rendessero adattabile alla nuova forma. Questo primo approccio ha un suo percorso, infatti il cambio di scenario ha apportato una semplice modifica al progetto già esistente.... | |
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...Purtroppo questo ragionamento ha un errore di fondo. Non tutti i luoghi sono uguali, ognuno ha una propria identità , così come un essere umano, perciò non bisogna apportare delle modifiche ad un corpo edilizio per renderlo adattabile al luogo, sarebbe come cambiare il corpo umano per renderlo un'altra persona. Bisogna creare una nuova identità ..
| questo approccio progettuale è nettamente diverso, nasce dalla sovrascrittura di diversi tracciati geometricamente ottenuti dalla forma esistente, a tal proposito mi è risultato utile studiare i metodi di gestione di alcune forme geometriche, e qui cito la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza di Francesco Borromini, oltre che un libro del quale porto una citazione | |
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"... e possiamo col nostro Pensiero e Immaginazione inventare Forme perfette di edifici completamente separati dalla materia, fissando e regolando in un certo ordine la disposizione e la congiunzione delle linee e degli Angoli."
Leon Battista Alberti, I dieci libri di architettura
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| L’incremento della complessità della zona centrale è stato effettuato grazie alla suddivisione e alla frammentazione della forma originaria di quella che in seguito è diventata una copertura. | |
| L'ambiente ottenuto è stato quindi adibito a luogo di ricreazione e svago. | |
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| in questo render è rappresentato il dettaglio inserito nel progetto | |
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| Ed ecco la soluzione finale (forse!) del progetto! | |
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| Nel percorso progettuale si effettuano delle scelte, e come tutti sanno le scelte implicano delle esclusioni. Bene, ogni esclusione è una strada che viene chiusa, nella maggior parte dei casi non perchè è inadatta, ma perchè porta ad un risultato completamente diverso. | |
| In generale, da uno stesso paradigma è possibile generare infinite soluzioni progettuali. | |
| Nel mio caso ho sperimentato una nuova strada in diversi incroci. | |
| Nel primo ho applicato delle trasformazioni in base ai miei aggettivi quando i volumi e un'ipotetica pianta erano stati già stabiliti. Il risultato è simile dal punto di vista organizzativo ma diverso per ciò che concerne volumetrie e superfici. | |
| Nel secondo caso invece ho deciso di cambiare strada scegliendo di variare la geometrizzazione: | |
| il triangolo principale, ovvero la pianta del grattacielo, è stato progressivamente suddiviso in altri triangoli con questa logica: per ogni triangolo equilatero se ne costruiscono 4 al suo interno con almeno un lato adiacente agli altri. Quindi ho proceduto in questa maniera: | |
| il triangolo centrale è rimasto all'aperto, gli altri tre sono stati estrusi verso l'alto con diverse altezze proporzionali tra di loro, a questo punto ognuno di questi tre triangoli viene nuovamente suddiviso in altri 4 e così via. | |
| Questa procedura può essere ripetuta infinitamente. | |
| Anche le due varianti da me proposte sono solo una delle infinite combinazioni che si possono generare o aumentarne la complessità . | |
::Extempore 24 Giugno 2009: Progettazione di un faro
La definizione delle scelte progettuali nasce dall'idea di faro come punto di riferimento, di approdo e di conquista sia per chi si trova in mare che per chi si trova sulla terra.
Ho scelto quest'immagine come catalizzatore per accentuare il contrasto tra vuoto e materia
e ho definito due tipi di eventi:
L'evento A che nasce dalla luce diretta
Una serie di eventi B non propriamente definiti che seguono la direzione verticale dell'evento A ma in maniera piu indiretta
Posso così trasformare il paradigma indiziario in organizzativo,
gli eventi infatti fungono da percorsi:
Percorso A diretto collega la sommità al terreno e viceversa
Percorso B che sarà probabilmente formato da sottosezioni circonda il percorso A con un andatura piu lenta.
Ogni evento è un tassellino vuoto:
così ho cercato di completarlo con un'identità unitaria dettata da una logica di trasformazione,
sono arrivata così ad attribuire degli aggettivi ad ogni evento e catalogare per ognuno di questi le caratteristiche che avrebbero trasformato il tassellino in una conformazione ( per il momento non ancora fisica).
Lo sviluppo del paradigma è stato verticale e dal basso verso l'alto è possibile leggere il percorso che inizialmente avevo prefissato.
