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2nd V Project locked

MY SECOND PROJECT


"La caduta dell'uomo e l'espulsione dal giardino di Eden" di Michelangelo

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" Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi ... diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna ... prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito..."(Genesi 3,1-6)...Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden...Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita. (Genesi 3,23-24)

Elementi per me dominanti:
- Il frutto

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- Il serpente in forma di uomo

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- L'angelo armato

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- Integrazione nella natura e bellezza delle figure prima del peccato

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- Integrazione in un paesaggio scarno e bruttezza delle stesse dopo il peccato

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- L'albero come perno centrale

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- Contorsione dei corpi

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- Volti terribilmente espressivi

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Gerarchia:

1- Il frutto:

Se l’uomo prendendo il frutto dall’albero della conoscenza acquista conoscenza, e quindi coscienza, ciò significa che l’albero è, di per se, conoscenza assoluta. In virtù di ciò possiamo riconsiderare l’atto del cogliere come un atto del sottrarre: il sottrarre la conoscenza divina.

“Il Signore Dio disse allora: "Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!”
Genesi 3,22

2- L'albero:

Svolge la funzione di divisione all'interno dell'opera in due diverse scene.

“Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male”
Genesi

Albero della vita o albero della conoscenza?
Immoralità o conoscenza del bene e del male?

Il suo frutto dona all’uomo la consapevolezza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Una cognizione che permette all’uomo l’evoluzione da uno stato di istintività ad uno di coscienza. “L’uomo diventa cosciente di quello che fa”.
Quindi il peccato originale può essere considerato, oltre che un atto di superbia, un evolversi.
L’essere umano, di conseguenza, attraverso questo atto, perde di bellezza interiore. Michelangelo, pertanto, potrebbe partire da questo presupposto e ridisegnare i due personaggi molto più “imbruttiti”, ed è questo quello che fa.

3- Il serpente:

Da una prima visione emerge una figura del tutto particolare, quasi mitologica, dove predominante è il gioco tra essere umano e animale. La forma, infatti, è divisa tra le fattezze di una donna (e non uomo) e quelle di serpente.
Secondo l’antica leggenda ebraica di Lilith, le fattezze della probabile prima donna di Adamo coincidono con quelle trattate.
Una mitologia nata da una interpretazione incorretta della genesi, il tutto considerando il seguente versetto:
“Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.”
Genesi 1,27
Tuttavia continuando la lettura è possibile pervenire alla falsità di una tale concezione…
“Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo - 7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.”
Genesi 2,4-7
Il serpente entra in relazione con Eva, cerca di esplorare il suo io così da trovare un punto debole nella sua persona. Ciononostante, Eva è consapevole di non poter cogliere del frutto.
Cos’è allora l’elemento che fa sì che la potenza del cogliere si traduca in atto?
“Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.”
Genesi 4,1-7
La risposta è nell’io subconscio di Eva: il serpente, entrando nel suo intimo, rivela quello che è il desiderio più profondo, celato nella personalità più intrinseca e subconscia della donna. La bestia, nella sua analisi, non fa altro che svelare l’Eva nascosta..
La contesa si sposta: non è più tra Eva ed il serpente bensì tra Eva e l’Eva, tra il non potere ed il desiderare.
L’atto del cogliere si traduce in una riflessione introspettiva di quella che è la vera natura dell’essere umano: un essere imperfetto ma allo stesso modo perfetto perché epilogo di un equilibrio di un infinità di varianti che ne caratterizzano l’essenza.
Michelangelo, partendo da questo presupposto, ha deliberato la scelta di rappresentare un serpente diviso tra donna e animale, Eva subconscia e tentatrice.

4- La natura vs deserto:

Natura:
La natura è simbolo di perfezione, della creazione divina riconducibile alla stessa geometria che si genera e si sviluppa nella natura, così com’è stata la stessa natura ad applicare in molte sue “manifestazioni” il rapporto aureo.
L’uomo vive in una profonda relazione con la natura e ne diventa parte integrante.
Non esiste la vergogna; tutto si compie secondo i cicli naturali.
Una sintonia a livello naturale che si traduce quindi in sintonia divina; Dio diventa quindi l’eterno presente nell’umana esistenza.

Deserto:
L’uomo si trova in una realtà spoglia, arida; non esiste l’elemento naturale.
La raffigurazione dell’uomo in una simile condizione rivela ciò che è la vita umana, la sopravvivenza è legata all’opera umana che lavorando la terra e in grado di produrre i frutti necessari alla sussistenza.
La totale assenza d’elementi naturali evoca alla mente un senso di non-completo, di abbandono.
L’incompleto è la chiave che rivela la scelta dell’angelo: l’uomo, dopo la cacciata dal paradiso, nella sua dimensione spirituale è incompleto perché privo della presenza divina. L’uomo si trova ad affrontare da solo la realtà della vita.
Per tanto non può esservi Dio nella sua nuova realtà, ma solo manifestazioni di quest’ultimo.
È questo il motivo per il quale Michelangelo pone l’angelo e non Dio.
L’uomo, con il suo atto superbo, ha allontanato Dio perché convinto di poter essere egli stesso un Dio. L’uomo quindi non è più degno della presenza divina.
Ecco dunque che Michelangelo raffigura la drammaticità di questa nuova condizione, l’importante non è la pura rappresentazione biblica ma la raffigurazione della rielaborazione personale della vicenda biblica.

5- Bellezza vs bruttezza con contorsione:

L'attenzione viene focalizzata nella nuova e drammatica condizione umana. Ciò è possibile solo rappresentando la pura espressione umana che figura, non solo dai volti, ma anche dalla contorsione dei corpi di quest’ultimi.

Ulteriore confronto con la critica:

La Caduta un evento quasi della stessa importanza della Creazione e dell'Incarnazione nella storia dell'umanità:catastrofico ma celebrato altresì come "felix culpa"in un inno centrale nella liturgia del Sabato Santo:"O felix culpa,quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem" J.O'Malley

Nella scena della Cacciata ha riacquistato piena sonorità il rosso della veste dell'angelo, mentre l'incarnato dei progenitori risulta ottenuto "partendo da una base a corpo fatta di ocra, terra d'ombra e bianco su cui è stata stesa una velatura di terra d'ombra e terra nera" G.Colalucci

La scena del Peccato rappresenta il momento di passaggio dalla vita potenziale alla vita reale, come la summa della concessione filosofica dell'artista, vero interprete della cultura umanistico-copernicana del suo tempo.(...)Michelangelo sempre prendere una posizione audace e decisa che ci viene comunicata attraverso la sua interpretazione del peccato originale:la vita risulta essere non tanto una condanna da sopportare quanto un dono che Adamo ed Eva, con il loro gesto eroico ci hanno garantito.(...)Essi hanno avvertito quello che costituisce il fascino della regola, ossia la possibilità di esercitare il libero arbitrio, ed hanno avvertito l'ebbrezza di scegliere, ben espressa dalla situazione illustrata da Michelangelo, per conoscere cosa c'è al di là della soglia, con tutte le conseguenze positive e negative, di cui non bisogna necessariamente pentirsi. G.Quartullo

Connessione con rispondenze immaginarie


Morning sun - Edward Hopper (1952)

Luce:

Particolare attenzione è stata arrecata a questo elemento: Hopper sperimenta l'incidenza della luce solare sul corpo della modella, annotando il tipo di colore da usare e il cambiamento delle tonalità a seconda dell'ombra.

Il sole è fuori dal quadro, il suoi raggi penetrano violentemente nella stanza.

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Finestra:

Elemento di connessione/divisione tra interno ed esterno.

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Interno:

L'apparente semplicità dell'immagine crea un perfetto equilibrio tra la struttura geometrica e la figura femminile che ne risulta evidenziata.
Le linee dell'ambiente si armonizzano con quelle sinuose della donna seduta sul letto.

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Esterno:

L'ampia finestra è spalancata su una porzione di cielo azzurro e sul tetto di un edificio in mattoni rossi, dalle numerose finestre e comignoli.

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Josephine:

Nel rettangolo illuminato del letto dal raggio solare è presente la figura femminile di Jo, pura presenza fisica il cui pensiero rimane inaccessibile.

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Modellazione di superfici


Ho generato una serie di superfici, definendone l'algoritmo, che rispondono ai caratteri-aggettivi della mia visione architettonica ed alle contaminazioni tra vari caratteri

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Creazione, definizione e sviluppo

Il luogo di intervento per questo processo generativo è un luogo naturale

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Valley of the Gods, Mexican Hat (Utah)- U.S.A.

Catalizzatore per il paesaggio naturale

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Fiore di ciliegio

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Paradigma indiziario

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Paradigma organizzativo

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Maglia strutturale

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Organizzazione interna

PRIMO LIVELLO

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SECONDO LIVELLO

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TERZO LIVELLO

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Studio organizzazione interna

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Verifica di congruenza volumetrica

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Incremento di regole mediante tre icone della memoria

La danza


L'espressione più dolce che possa esistere è quell'espressione leggera che parte dal cuore e dall'anima e fluisce nel movimento del corpo.
Non pensare che la danza sia un insieme di passi...
ma una risposta della bellezza dell'anima che viene dal cuore.
La danza è un pensiero che in quel momento si concretizza e diventa un desiderio..
e poi un bisogno...

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...Da piccola sognavo di volare come Peter Pan
e grazie alla danza sono riuscita a realizzare il mio sogno...

Il caleidoscopio


Nell'inabissarsi
di dubbi e paure,
solo la forza
di uno sguardo
altrettanto profondo,
sa compensarle
con una rapida ascesa
di certezze e verità,
percettibili attraverso
il caleidoscopio di colori,
nell'unione di occhi
all'alba di un nuovo giorno.

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La montagna

In silenzio

È quel silenzio che non scordo.
Le vette interminabili, gli orizzonti sconfinati, la cima conquistata.
Il tutto, come fossi parte di un quadro meraviglioso.
Ma è quel silenzio che non scordo.
L’ho percepito, respirato, è stato il protagonista di una giornata lunga una vita.
E’ così che quel giorno ho vissuto.
...
Ma è solo il silenzio a fare rumore.
Sento il cuore, lui si col suo battito inarrestabile.
Forte come mai l’ho udito prima, o forse come mai l’ho saputo ascoltare.
E’ in silenzio che quel giorno ho ascoltato.
E’ in silenzio che un’energia misteriosa ha riempito la mia anima.
Lontano, glaciale, inospitale, fieramente distante dal mondo degli uomini.
E’ così quel posto, e solo grazie al silenzio ho imparato a conoscerlo.
Il silenzio, che fino a ieri non sapevo cosa fosse.

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Regole


Come si sviluppa?
Interminato: la danza, dinamismo dato dai movimenti, ora lenti, ora più veloci, spigolosi ma pur sempre armonici.
xx=sin(i)
yy=cos(j)
zz=(i-j)

Come si fora?
Vitreo: la montagna.
Trasparenza della forma.
Le finestre sono poste a filo esterno:riflettono il cielo, il correre delle nubi e il giro del sole.
Permettono di vedere l'edificio dentro dal di fuori.

Com'è l'ingresso?
Profondissimo: il caleidoscopio
Trascendentale, conoscenza attiva e passiva.
Indaco.

Incremento di regole
LA SEZIONE AUREA


« La geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l'altro è la divisione di un segmento secondo il rapporto medio ed estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d'oro, e definire il secondo una pietra preziosa. » Keplero

La proporzione divina, dove l'aggettivo "divina" è dovuto ad un accostamento tra la proprietà di irrazionalità del numero (che lo rende compiutamente inesprimibile per mezzo di una ratio o frazione) e l'inconoscibilità del divino per mezzo della ragione umana:
« Commo Idio propriamente non se po diffinire ne per parolle a noi intendere, così questa nostra proportione non se po mai per numero intendibile asegnare, né per quantità alcuna rationale exprimere, ma sempre fia occulta e secreta e da li mathematici chiamata irrationale 8 »
La relazione tra il numero aureo e la serie di Fibonacci, fu scoperta nel 1611 da Keplero, come rilevano i seguenti passi di una sua lettera:
« ... questa proporzione ... che gli odierni ... chiamano divina ... è congegnata in modo tale che i due termini minori di una serie nascente presi insieme formino il terzo, e gli ultimi due addizionati, il termine a loro successivo, e così via indefinitamente, dato che la stessa proporzione si conserva inalterata ... più si va avanti a partire dal numero 1, più l'esempio diventa perfetto. Siano 1 e 1 i termini più piccoli ... sommandoli, il risultato è 2; aggiungiamo a questo il precedente 1, e otteniamo 3; aggiungiamogli 2, e otteniamo 5; aggiungiamogli 3, e abbiamo 8; 5 e 8 danno 13; 8 e 13 danno 21. Come 5 sta a 8, così, approssimativamente, 8 sta a 13, e come 8 sta a 13 così, approssimativamente, 13 sta a 21.9 »

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Come si ripete?
Mediante il numero d'oro 0,618

LA CUPOLA


La cupola è una volta a calotta con perfetta simmetria centrale, con base poligonale, circolare o ellittica e profilo a semicerchio, parabola oppure ovoidale. La cupola più tipica è a base circolare.

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Come inizia?
L'architettura antica tronca le forme curve per farle stare e appoggiare.

LO SPECCHIO


Siamo specchi l'uno per l'altro. Padre John Powell

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Come finisce?
L'architettura deve essere interminata.
e' continua riflessione del paesaggio al suo interno.L'architettura si integra nel paesaggio e viceversa.
Non posso osservare la sua terminazione.

WALT DISNEY CONCERT HALL, Frank Gehry - L.A.


La Walt Disney Concert Hall, sito al n°111 di South Grand Avenue nel Downtown di Los Angeles, costruito sulla Bunker Hill, è il quarto salone del Los Angeles Music Center.
L'edificio disegnato da Frank Gehry, è stato inaugurato il 23 ottobre 2003.
L’edificio è collocato all’interno della maglia regolare di Los Angeles, ma subito la rompe ponendo gli ingressi sui quattro angoli, invece che sugli assi principali del lotto; ogni ingresso è differenziato dall’altro sia per forma che per funzione: a Nord Ovest la Sala Soci Fondatori, a Sud Est la Cascada, a Sud Ovest il giardino musicisti, a Nord Est l’ingresso principale foyer. Da qui traspare la poetica architettonica di Gehry che affianca elementi compiuti dell’edificio progettati separatamente e pensati per poter vivere da soli sia funzionalmente che staticamente.

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Come si sviluppa?Come si piega?
Dinamico.

ALBERO

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Come inizia?
Radicata nel terreno, come l'albero, fissata, infilata, incastrata nel terreno ma separata da esso.
Lavora in infinite direzioni.

Come posso applicare le mie regole?

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oppure

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Scenario I

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Scenario II


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Punti di vista
SALA CONFERENZE


Il tuo sguardo va dove vuoi vedere
E tu sei il solo a poterlo decidere
e ad inquadrare i tuoi occhi davanti ad una finestra sempre aperta.

All’interno domina un ambiente a grande altezza.
La luce naturale scende dal grande occhio tagliato sul tetto piano, da lucernari a struttura in acciaio.

UNITA' ABITATIVA


Dalla mia finestra, rivolgo uno sguardo verso il cielo.
Sembra che il tempo moderi lo scorrere, replicando all’infinito albe e tramonti multicolori.
Lo sguardo poi si posa sull’arancione del canyon, ed il mio cuore reclama serenità, troppo spesso turbata dalla malinconia! Croce e delizia della mia esistenza.

INGRESSO


Infiniti cannocchiali ottici ornano il guscio dell'edificio per permettere una visione "diversa" del paesaggio.
Infatti è possibile osservare il contesto con occhi diversi, che vengono guidati dai tagli attraverso le unità abitative.

Il luogo di intervento per questo processo generativo è un luogo fortemente urbanizzato

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Las Vegas, NV (U.S.A)

Catalizzatore per il paesaggio urbanizzato

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Ciliegie

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Paradigma indiziario

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Maglia strutturale

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Organizzazione interna

PRIMO LIVELLO

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SECONDO LIVELLO

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Studio organizzazione interna

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Verifica di congruenza volumetrica

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Come posso applicare le mie regole?

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oppure

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Scenario I

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Scenario II

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Punti di vista

L'INGRESSO


Entrando nell'edificio noto che...

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LA SCALA


Percorrendo la scala osservo che:

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LA FINESTRA


Contemplando la finestra penso che:

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CONNESSIONE


"L'architettura è come il cristallo"
Giò Ponti


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